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De Gregorio: «I tagli rischiano di aiutare il terrorismo»

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Perché il rischio è che l'ex paese delle Aquile diventi una base strategica per il terrorismo islamico, una bomba innescata a un passo dall'Italia. L'appello a Prodi e all'esecutivo per trovare nuovi fondi nella Finanziaria è arrivato ieri dal presidente della commissione Difesa del Senato Sergio De Gregorio che ha incontrato a Tirana, insieme ad altri tre colleghi - Rosa Calipari dell'Ulivo, Gustavo Selva di An e Giulio Marini di Forza Italia - il primo ministro Sali Berisha. In Albania oggi lavorano una quarantina di militari della Die, la Delegazione italiana esperti, che hanno il compito di preparare le forze armate albanesi ad entrare nella Nato. Ma l'obiettivo è anche quello di addestrarli ad affrontare eventuali infiltrazioni di terroristi islamici. «Oggi il 70 per cento della popolazione albanese è musulmana - spiega Sergio De Gregorio - e l'integralismo islamico comincia a farsi sentire. Ci sono musulmani che studiano all'estero e poi vengono qui per insegnare agli altri». Anche i preti italiani che lavorano a Tirana confermano che in tutta l'Albania, negli ultimi anni, c'è stata una vera e propria proliferazione di moschee (anche se proprio nella capitale la cattedrale cattolica e la bellissima moschea del 1793 si trovano a poche decine di metri l'una dall'altra). «Il sospetto però - continua De Gregorio - è che, specialmente nelle aree più povere ci possano già essere cellule di addestramento per terroristi, con veri e propri campi per preparare azioni di guerra. Il numero dei militari della Die si sta assottigliando di anno in anno, anche per problemi finanziari, e questo potrebbe non permettere di completare l'addestramento dell'esercito albanese anche per compiti di prevenzione del terrorismo». Le Forze armate albanesi, spiegano i militari della Die che li stanno preparando insieme ai contingenti di altre nazioni, stanno lentamente portandosi ai livelli di standard della Nato. Ma su di loro pesa ancora la mancanza di stanziamenti regolari da parte del governo e soprattutto un parco mezzi troppo vecchio. La maggior parte dei veicoli sono stati donati da altri Stati - l'Italia, ad esempio ma anche la Cina, che si è «liberata» di mezzi ingombranti - e hanno bisogno di una manutenzione costosa. L'obiettivo però è quello di portare i soldati albanesi, entro il prossimo anno, a partecipare alle prime operazioni con la Nato. Ma la prima prova vera sarà la missione che nel 2007 alcuni reparti albanesi faranno in Libano con i nostri militari.

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