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di PINO GIULIETTI «CON questa Finanziaria che aumenta la pressione fiscale di due punti si rischia di ...

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È durissima la critica di Renato Brunetta alla politica economica del governo. «Il momento è molto delicato: c'è la ripresa in atto ma è una ripresa ancora molto fragile», ha avvertito l'esponente di Fi e vicepresidente della commissione industria del Parlamento europeo, parland ieri a Venezia in occasione dell'assise delle Pmi. «La strategia per il decollo - ha spiegato - è quella di abbassare la pressione fiscale, tanto per le famiglie quanto per le imprese: abbassando la pressione fiscale, fare quegli investimenti fondamentali per la competitività. Investimenti di produttività, investimenti infrastrutturali, investimenti in capitale umano. Purtroppo, questo governo aumenta la pressione fiscale e taglia gli investimenti infrastrutturali e il capitale umano». Per Brunetta, dunque, sarebbe servita tutt'altra manovra: «la cosa divertente è che bastava una finanziaria molto leggera, una finanziaria da 15 miliardi di euro, laddove la finanziaria è di 45. E invece Prodi e compagni hanno voluto fare una finanziaria vendicativa, ideologica, di classe: non sono più queste le chiavi di lettura del presente e del futuro». Critico anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Sacconi, che ha attaccato con forza una delle norme messe in cantiere dal Governo. «Il governo si sta cimentando con vere e proprie prove di regime. Con lo scopo di mettere a tacere le voci piÙ autorevoli della Ragioneria dello Stato, ha infatti proposto un emendamento che fa saltare i direttori generali del ministero dell'Economia con almeno 6 anni di funzione» ha detto Sacconi, secondo il quale «si tratta di una norma fotografia che corrisponde a ben identificabili ispettori centrali della ragioneria centrale dello Stato che usualmente sanno dire di no alle pressioni della politica e del sindacato per consentire spese non coperte».

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