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di GIANNI DI CAPUA TUTTI fuori anche quelli che dovevano rimanere dentro.

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Il calcolo risultava da una missiva inviata dal ministero di via Arenula in commissione Giustizia di palazzo Madama, che aveva chiesto chiarimenti sugli effetti dell'entrata in vigore delle norme. Secondo i dati forniti dal sottosegretario Daniela Melchiorre, alla data del 9 novembre 2006 sarebbero usciti dal carcere per effetto dell'indulto 24.543 detenuti. Ai questi andrebbero aggiunti quelli che hanno ottenuto la libertà per aver ottenuto misure alternative alla detenzione che sono 4.964. Per un totale di 29.507. I dati, secondo quanto si leggeva nella lettera, erano stati forniti dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. È scoppiata subito una guerra delle cifre. In seguito è arrivato il chiarimento. Sembra essersi creata una certa confusione perchè il dato riferito dal ministero dei 24.543 detenuti scarcerati, aggiornato al 9 novembre, sarebbe il frutto di un calcolo sbagliato, che risultava evidente in una prima missiva del sottosegretario Melchiorre. In questa prima lettera, alla cifra di 24.543 ci si arrivava sommando il numero dei detenuti usciti dai penitenziari definitivi che sono 17.418 con quello di coloro che avevano una misura cautelare: 2.704. Alcuni senatori, notando l'errore (perchè in questo caso il risultato sarebbe di 20.122 anzichè 24.543) avevano di nuovo chiesto lumi al sottosegretario Melchiorre. La quale ha scritto, ieri, una seconda lettera. In questo secondo messaggio però, il dato di 24.543 detenuti liberi, viene riportato, senza specificare più da quali numeri fosse tratto. Così il senatore dei Ds Felice Casson, per nulla convinto, ha chiesto al sottosegretario presente in commissione Luigi Scotti ulteriori spiegazioni. «Abbiamo chiesto dei dati attendibili e chiari E li abbiamo chiesti prima che i ministri dell'Interno Amato e della Giustizia Mastella vengano qui a fare la loro audizione al Senato proprio sul tema dell'indulto...». In serata, poi, è arrivata la precisazione del Dap: il numero complessivo delle persone che sono state scarcerate perchè hanno beneficiato dell'indulto è di 17.449. Di conseguenza, riferisce il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, «la stima effettuata dall'Ufficio Statistiche del Dap, relativa al numero delle persone che sarebbero fuoriuscite dagli istituti di pena è stata puntualmente rispettata». Intanto però la miccia della querelle politica era stata innescata. È sceso in campo anche il premier Prodi. «I dati del Dipartimento dell' amministrazione penitenziaria (Dap), che indicano che dopo il provvedimento dell'indulto sarebbero stati scarcerati il doppio dei beneficiari del provvedimento, non sono esatti» ha precisato il presidente del Consiglio da Algeri, rispondendo ad una domanda in proposito dei giornalisti. «No, non è il doppio» ha subito replicato Prodi, per poi sottolineare che il provvedimento «è stato deciso dalla maggioranza e dalla minoranza del Parlamento». «Quando uno prende una decisione ne assume le conseguenze e questo è stato un atto del Parlamento ma - ha evidenziato - preso a grande maggioranza». A rinforzare la prosizione del premier è intervenuto il ministro Mastella: «Ha ragione Prodi. I dati che riguardano l'indulto si riferiscono a circa 17 mila detenuti che ne hanno beneficiato. Non si possono sommare le pere con i carciofi. Un'ingenuità tecnica degli uffici di un sottosegretario ha creato un equivoco immediatamente chiarito. La polemica della Lega è pretestuosa. Anche perchè qualunque dato relativo all'indulto è frutto di una legge approvata a stragrande maggioranza dal Parlamento». Tanto rumore per un errore di calcolo.

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