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«Chi ha di più compensa la minor quota di assegno pubblico con i fondi pensione e chi non accumula nei fondi ha un trattamento pubblico che gli consente di vivere», spiega Amato aggiungendo che «in questo modo si crea un nuovo spazio per il recupero di una finalità solidaristica della previdenza obbligatoria». Amato nota anche che «gli unici che mantengono una finalità solidaristica del loro contributo previdenziale sono solo gli immigrati. Sono decine di migliaia le colf o le badanti che stanno 3-4-5 anni in Italia e poi se ne tornano al loro Paese lasciando a noi i loro versamenti previdenziali che fanno massa nel montante complessivo». Negli «anni d'oro del welfare europeo», aggiunge poi Amato, la pensione arrivava ad almeno l'80% dell'ultimo salario in godimento: ma «questa meravigliosa moltiplicazione dei pani era frutto di un'illusione finanziaria poichè i costi erano messi a carico delle generazioni future».

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