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NESSUNA «desistenza mascherata» per far sopravvivere Prodi.

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«È la risposta della Lega - dice - alle nostre posizioni sul referendum elettorale e sulla possibilità di un governo di larghe intese». Ammetterà, però, che qualche volta l'opposizione ha dato una mano all'Unione? «Le assenze sporadiche di alcuni senatori sono sicuramente deprecabili, ma non sono certo il frutto di una strategia suicida per salvare Prodi». Quindi nessuna regia di Berlusconi? «Mercoledì, quando abbiamo bocciato un decreto legge, il presidente Berlusconi è stato in continuo contatto con me. Non c'è nessuna regia, anche perché il presidente non è certo uomo da doppi giochi». E allora perché questo attacco? «Penso sia la risposta della Lega alle posizioni che abbiamo espresso sulla legge elettorale e sulla possibilità di un governo di larghe intese». Governo, su cui, tra l'altro anche Forza Italia adesso frena. «Abbiamo semplicemente preso atto della situazione. In fondo l'Unione aveva già detto no ad un governo di grande coalizione all'indomani del voto». Perché lo avete riproposto? «Perché la maggioranza deve prendere atto che non può governare. Al Senato non esistono. Se dicono di no dovranno assumersi le conseguenze della loro irresponsabilità politica». Quindi lei è convinto che l'ipotesi di un governo di larghe intese è tutt'altro che tramontata? «Assolutamente sì. Prodi è sempre più isolato e il malessere all'intero della maggioranza cresce ogni giorno di più. Se anche una persona seria e che io stimo come Lamberto Dini prende le distanze dalla Manovra significa che c'è qualcosa che non va».

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