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Tfr, palazzo Chigi firma l'accordo con i sindacati

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Archiviate le difficoltà sorte con il mondo delle imprese, potrebbero infatti arrivare nuove dichiarazioni di guerra da parte dei dipendenti pubblici, pronti allo sciopero se il governo non risponderà alle loro richieste. I sindacati faranno il punto nell'assemblea organizzata nella stessa giornata di oggi a Roma con oltre cinquemila delegati e quadri del pubblico impiego. Le categorie di Cgil, Cisl e Uil chiedono al governo un patto per il settore, e la Fp-Cgil ha già annunciato che, in caso di mancato accordo, gli statali potranno ricorrere anche allo sciopero. Tra le questioni sul tavolo, che i sindacati chiedono di risolvere con appositi emendamenti alla Finanziaria, c'è quella dei rinnovi contrattuali per il biennio economico 2006-2007. La manovra prevede che gli aumenti possano scattare solo da gennaio 2008, comprensivi degli arretrati. Ma per i sindacati si tratta di un vincolo che non dovrà impedire di raggiungere prima gli accordi, già nel 2007, e di far entrare in vigore subito la parte normativa. E con i nuovi contratti, Cgil, Cisl e Uil chiedono anche il decollo della previdenza integrativa per il pubblico impiego. I sindacati sono inoltre disponibili a discutere la riorganizzazione dei ministeri e degli enti locali, ma senza colpi di mano e soprattutto senza un indiscriminato taglio dei costi. Sindacati, industriali, commercianti e artigiani sono stati convocati oggi pomeriggio a Palazzo Chigi per siglare l'accordo che esclude le imprese con meno di 50 dipendenti dall'obbligo di trasferire il Tfr inoptato all'Inps. Certo è che, nonostante l'intesa, la pillola non va ancora del tutto giù al mondo imprenditoriale. Dal palco del forum della Piccola industria, il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, è infatti tornato sabato ad esprimere le sue critiche, definendo il provvedimento una «polpetta avvelenata» e sottolineando che l'accordo «è condizionato, in maniera irrinunciabile alla totale contestualità tra devoluzione del Tfr e compensazioni». Intanto, in attesa che la Camera cominci a lavorare sul disegno di legge della finanziaria, prosegue lo scontro politico. Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, stigmatizza la posizione di Prodi definendolo «un uomo solo, debole e pericoloso». Per il segretario Udc Lorenzo Cesa la manovra «è ormai senza padri», mentre Gianni Alemanno (An) invita Confindustria a non firmare l'accordo sul Tfr. Per il vicepremier Francesco Rutelli l'opposizione esprime solo «ululati», mentre dalla sinistra radicale, in particolare dal segretario Pdci Oliviero Diliberto, dal sottosegretario all'Economia Paolo Cento (Verdi) e dal capogruppo in Senato del Prc Giovanni Russo Spena, arriva l'invito a non «cedere a Confindustria».

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