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Comuni in rivolta «No al giro di vite ai finanziamenti»

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E queste verranno soprattutto da Regioni e Comuni che potranno compensare i tagli ai trasferimenti aumentando le tasse locali. Ieri il governo ha incontrato l'Anci, l'associazione che riunisce i Comuni. Un incontro che ha lasciato l'amaro in bocca ai sindaci. «Non abbiamo avuto indicazioni precise sull'entità della manovra che riguarderà i Comuni. Ci battiamo perchè non vengano toccati i servizi locali» ha detto il presidente dell'Anci Leonardo Domenici. Il timore dei sindaci è di essere costretti a ridimensionare i servizi per evitare sforamenti in bilancio. I Comuni avrebbero avuto rassicurazioni sulla possibilità di introdurre tasse di scopo, tasse di soggiorno e il trasferimento del catasto. Il peso del fisco quindi si trasferirebbe dallo Stato centrale agli enti locali. Le Regioni dal canto loro avrebbero mano libera per aumentare l'addizionale. Sembra invece saltata (ma il confronto politico previsto per oggi potrebbe riservare sorprese) l'ipotesi di aumentare dal 43 al 45% l'aliquota sui redditi più alti. Ci sarebbe un rafforzamento degli assegni familiari che arriverebbero fino a 4.400 euro per una famiglia di tre figli con 12.500 euro di reddito. Sembra certo il ripristino della tassa di successione. Altro settore a rischio di aumenti è la sanità. Il ticket sul pronto soccorso sarebbe esteso alle regioni che ancora non lo hanno introdotto. Ticket anche sul day service mentre potrebbe scomparire quello sul day hospital. In tutto la manovra sulla compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini porterà circa 500-600 mila euro. Un ammontare ritenuto irrisorio dai sindacati che hanno fatto delle proposte alternative. Tra queste c'è quella di introdurre una sovrattassa per l'invio dei risultati delle analisi e degli esami diagnostici ai cittadini che non le ritirano. Altro punto fisso degli interventi sulla sanità dovrebbe essere l'adeguamento del ticket sulla specialistica fermo da 10 anni. Altri risparmi si prevede di ottenerli con una riduzione dei prezzi sulle analisi nei laboratori convenzionati e con un'azione per calmierare i prezzi del materiale medico. L'Italia dei Valori ha chiesto di inserire alcune misure: tagliare del 30% i finanziamenti pubblici ai partiti, fare controlli preventivi sulle spese degli enti locali e delle aziende sanitarie, ridurre le spese del Consiglio Italiani all'estero e un cointributo di solidarietà per le pensione sopra i 5.000 euro mensili». Ma siccome i conti non tornano nemmeno ad aumentare le imposte il governo è intenzionato diluire il taglio del cuneo fiscale. Mancherebbero ancora 3 miliardi fondi per arrivare ai 9 miliardi annunciati per il taglio del cuneo. La riduzione di 5 punti percentuali verrebbe spalmata in due tranche: marzo e settembre del prossimo anno. Marcia indietro sulle pensioni. Il ministro Damiano ha detto che «si interverrà al massimo su una finestra. Chi ha i requisiti potrà andare in pensione dal 2007 con qualche mese di ritardo». Sul tavolo c'è anche l'anticipo della riforma del Tfr. Far confluire dalle aziende all'Inps il 65% del trattamento di fine rapporto sia per migliorarne la redditività, sia per ottenere nuovi fondi da investire, ad esempio in opere pubbliche. I fondi potrebbero servire anche a coprire le risorse mancanti per il cuneo fiscale. Ma la Confindustria ha detto di no. Dalla giunta degli imprenditori è arrivato un altolà: «sarebbe inaccettabile che i mancati tagli si traducessero in ulteriori tasse sulle imprese perchè questo rappresenterebbe l'esatto contrario di una politica per la crescita».

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