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Era il primo aprile del 1993 quando un centinaio di giovani del Fronte della Gioventù formarono un lungo cordone davanti Montecitorio, bloccandone l'ingresso. Alla guida dei giovani Teodoro Buontempo, già deputato, che gridava slogan del tipo: «Siete circondati, arrendetevi. Elezioni subito». Una manifestazione colorita, si direbbe un «girotondino» anni Novanta dove c'era ancora il Msi-Dn, il Pds e Giorgio Napolitano era presidente della Camera. Altri tempi, insomma, altre tensioni. In piazza con i giovani del Fronte della Gioventù praticamente tutti gli esponenti del partito che di lì a poco sarebbe «rinato» con il nome di Alleanza Nazionale. Maurizio Gasparri, Giulio Maceratini, Nicola Pasetto, Adriana Poli Bortone e l'allora segretario di Fdg Roma, Luca Panariello. Qualche tafferuglio animò più il dibattito politico che la piazza. L'allora segretario della Quercia, Achille Occhetto parlò addirittura in toni gravi: «La democrazia italiana non si arrenderà», lo stesso presidente della Camera, Napolitano scrisse addirittura una lettera aperta ai giornali in cui avvertiva: «Ha suonato un campanello d'allarme per la democrazia». Toni altissimi, dunque quando di elevato ci fu soltanto una biglia che colpì la vetrata di Montecitorio e le polemiche sulla sicurezza della piazza «invasa» per poco meno di un'ora, senza ostacoli da cento persone.

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