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TRA le polemiche del caso Telecom si è concluso ieri la turnè cinese di Romano Prodi.

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Incontri nei quali il premier ha affrontato anche il nodo delicato dei diritti umani. Il Professore ha comunque detto di non aver affrontato (nonostante l'appello di alcuni cattolici cinesi alla vigilia del viaggio) il tema dei rapporti diplomatici tra la Cina e il Vaticano, mentre è entrato nel merito dell'embargo di armi imposto dalla Ue al colosso asiatico nel 1989 in seguito ai fatti di Tienanmen. «L'Italia è a favore della fine dell'embargo delle armi alla Cina», ha detto, aggiungendo che il nostro Paese si impegnerà in questo senso. Da Bruxelles, però, è arrivata subito la risposta del portavoce della commissione Ue, Pietro Petrucci, il quale ha precisato: «La Ue è disponibile a discutere, ma bisogna attendere progressi sul piano dei diritti umani e per questo mantiene le sue riserve. Il premier Prodi ha il diritto di esprimere la posizione delle autorità italiane sull'argomento, ma la commissione mantiene la sua posizione del 2004». Prodi dopo aver incontrato il presidente cinese Hu Jintao, ha detto di aver parlato a lungo, con lui, di Medioriente e di Iran. «Perché - ha aggiunto - non si può parlare di Medio Oriente senza parlare di Iran». Proprio riguardo a questo tema il premier ha confermato che avrà «un colloquio con Ahmadinejad a New York (dove parteciperà all'assemblea generale dell'Onu ndr) così come li ho avuto con Larijani nei giorni scorsi». Secondo quanto si apprende l'incontro dovrebbe svolgersi domani e, con molta probabilità, sarà un incontro che farà discutere.

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