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Statali, Comunisti e Cgil contro Nicolais

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Non solo. Spunta anche l'idea che a 45 anni nella pubblica amministrazione si è già vecchi e da rottamare. L'idea del part time è stata rispolverata dal ministro della Funziona pubblica Luigi Nicolais che ieri ha precisato che «va reso appetibile». Il part time, su base volontaria, riguarderebbe in particolare il personale docente della scuola. L'obiettivo di questo provvedimento è, come ha detto Nicolais, di svecchiare la pubblica amministrazione. Secondo il ministro si impone l'ingresso di giovani perchè l'età media nel pubblico impiego «è di 45-46 anni e in queste condizioni non è semplice gestire una macchina che tra i suoi compiti principali dovrebbe avere proprio la modernizzazione e l'innovazione tecnologica». Il progetto di ringiovanimento, per il ministro, passa non solo attraverso l'allentamento del rapporto di lavoro con il part time ma anche con l'assunzione dei precari. Nicolais conta di assorbire nell'arco di 4 anni i 150.000 precari. L'operazione potrebbe iniziare già il prossimo anno dando la precedenza a chi ha già passato un concorso pubblico. Al momento i sindacati si sono mostrati perplessi perchè temono che con il part time ci sia una riduzione dei contributi e in prospettiva quindi una pensione più bassa. La Cgil vuol vederci chiaro. Per Podda la conseguenza del tempo parziale è «la riduzione dei contributi previdenziali e quindi dell'ammontare dei versamenti per la pensione». La Cgil ha chiesto a Nicolais un incontro anche per chiarire la questione degli esuberi che sarebbero almeno 350.000 e non 150.000 come ha detto il ministro. La Cisl si dice favorevole al part time ma solo se volontario. «Si chiede di tagliare le pensioni - afferma Rino Tarelli della Fps Cisl - Così facendo si può innestare uno scontro sociale di dimensioni enormi». Per la Uil il part time può essere rischioso in alcuni setori. È il caso della sanità «dove la continuità dei servizi non sarebbe facilmente garantita». Anche l'Ugl chiede una convocazione in tempi rapidi dal governo. Ma lo stop viene dai Comunisti. Dopo il vertice dei capigruppo, Manuela Palermo, capogruppo del Pdci al Senato, ha detto che «sulle pensioni alcune penalizzazioni proposte per i lavoratori del pubblico impiego non sono tollerabili. Le pensioni di anzianità non possono essere toccate». Non ci sono solo le pensioni nel carnet di Nicolais. Il ministro rispolvera pure il tema dell'efficienza che dovrebbe portare risparmi. Anche questo un vecchio cavallo di battaglia di ogni predecessore. Nicolais ha annunciato che «venerdì sarà presentato un mio disegno di legge specifico che conterrà tempi certi per la pubblica amministrazione, un sistema di valutazione dell'efficienza dell'amministrazione pubblica, semplificazioni di tutte le attività amministrative. Un pacchetto importante che comporterà un risparmio, in tre anni, di un paio di miliardi l'anno. Il personale non sarà licenziato, sarà utilizzato». Torna anche l'ipotesi di unire l'Inpdap, l'istituto di previdenza degli statali, all'Inps. L.D.P.

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