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Formigoni più forte

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Gli emergenti si schierano con lui

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A reclamarla sono soprattutto la schiera dei quarantenni che dopo la faticosa maratona delle politiche ora reclamano posti di maggior visibilità all'interno del partito, se non addirittura un ribaltone dell'attuale dirigenza. E Berlusconi ha alimentato queste attese. Poco prima del congedo estivo il Cavaliere aveva anche commissionato una sorta di rapporto su come riorganizzare il partito. Oltre al dossier messo a punto da Denis Verdini, bondiano di ferro, erano stati fatti pervenire ad Arcore anche altri documenti: un contributo di Mario Mantovani, eurodeputato di FI responsabile del Motore Azzurro, e un altro preparato da un gruppo di quarantenni. Per riorganizzare il partito Berlusconi prima dell'estate si sarebbe rivolto anche a un vecchio amico: Bruno Ermolli, già membro dei consigli d'amministrazione di Mediaset e Mondadori, è un guru della consulenza aziendale. Non va dimenticato che è stato proprio Ermolli a coordinare la selezione dei candidati di Forza Italia nella prima avventura elettorale di Berlusconi. Di portare aria nuova nel partito ha parlato pure Marcello Dell'Utri. Secondo il senatore e fondatore di Forza Italia due sono i mali che affliggono il partito: un inadeguato radicamento nei piccoli Comuni e la presenza nel partito di quelli tarpano le ali ai giovani. Più chiaro di così. Se all'inizio della storia di Forza Italia fu Dell'Utri il gran regista del partito, ora questo ruolo potrebbe essere ricoperto dal governatore della Lombardia Roberto Formigoni che oggi incontrerà Berlusconi a Rimini e di sicuro affronteranno questo tema. Tra le ipotesi di riorganizzazione del partito c'è di creare una sorta di ufficio politico allargato attorno al coordinatore e al vice Bondi e Cicchitto, formato appunta da quarantenni. Tra le ipotesi anche quella di creare una sorta di governo «ombra» affidando ai giovani precise deleghe su alcuni temi specifici. Chi sono i quarantenni che scalpitano? Fra loro spiccano i nomi di Luigi Casero, responsabile economico, che sarà l'uomo chiave per la battaglia sulla Finanziaria; Guido Crosetto, coordinatore regionale del Piemonte, che questa estate ha marcato stretto Berlusconi con un presenzialismo accurato (non si è perso nemmeno una festa nella villa sarda del Cav a Porto Rotondo). Crosetto però è dato in discesa per il cattivo risultato che ha riportato nelle tornate elettorali in Piemonte. C'è poi Maurizio Lupi, pretoriano di Formigoni che per un momento ha sognato di diventare vicesindaco di Milano ma non ce l'ha fatta. Lupi porta in dote il legame con Cl. Altri nomi chiave sono quelli di Lucio Malan e di Francesco Giro, responsabile dei rapporti con il mondo cattolico e consigliere politico di Bondi. In ascesa Nicola Cosentino a cui è riconosciuto il merito di aver saputo governare la difficile situazione del partito in Campania e Gregorio Fontana. Non meno agguerrite sono le giovani donne del partito. Di Mara Carfagna si era detto più volte che avrebbe potuto diventare portavoce del partito alla Camera ma la cosa è subito stata smentita. Isabella Bertolini, avvocato penalista, coordinatore dell'Emilia Romagna, si è data un gran da fare questa estate coprendo con una pioggia di dichiarazioni il vuoto dei colleghi in ferie ma non riesce a sfondare. «È troppo isolata nel partito» dicono di lei. Sono date in ascesa Cinzia Bonfrisco e Chiara Moroni, che nasce come Nuovo Psi ma poi ha aderito a FI.

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