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di GIANNI DI CAPUA L'IPOTESI di un comando italiano in Libano non piace agli Usa e alla stessa Onu.

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Bush ha fatto capite che preferirebbe che questo ruolo venisse assegnato alla Francia. Bush, infatti, ha espresso delusione per l'atteggiamento francese: «Vorrei che i francesi facessero di più a causa della loro relazione speciale con il Libano», ha detto senza commentare la proposta del premier israeliano Ehud Olmert di dare all'Italia, che invece di uomini ne ha messi a disposizione 3.000, il comando della missione. La proposta Olmert è rimbalzata senza entusiasmi anche al Palazzo di Vetro. Il portavoce dell'Onu Stephane Dujarric ha detto che il segretario generale Kofi Annan ha «piena fiducia» nell'attuale comandante dell'Unifil Alain Pellegrini che «ha fatto uno straordinario lavoro». Agli italiani - ha ipotizzato Dujarric - potrebbe toccare un ruolo nello stato maggiore della forza: «Capita spesso nelle missioni internazionale - ha detto - che lo stato maggiore rifletta la partecipazione nella forza», la cui composizione, come del resto il comando, sono decisioni che spettano esclusivamente al segretario generale. Annan ha passato il fine settimana al telefono con leader europei e non europei, «fiducioso» di potere far arrivare in Libano «l'avanguardia» della forza nei prossimi dieci giorni. «Abbiamo fatto avere ai governi che ce li hanno chiesto il dossier sulle regole di ingaggio e ne aspettiamo ansiosamente i commenti», ha detto Dujarric. E ieri il Premier, sottolineando che per ora non c'è nessuna novità sulla questione-comando, ha assicurato: «Le preoccupazioni le ho prima di tutti gli altri io perchè mi rendo conto delle responsabilità che questa missione implica. Per questo non ho assolutamente detto che l'Italia sarà la leader della missione. Dico che l'Italia farà il suo dovere. Poi si vedrà, nell'ambito dell'intera strategia, che è mondiale, quale ruolo specifico l'Italia potrà e dovrà assumere». Prodi ha insistito sul fatto che la decisione del comando verrà presa solo dopo questa fase. Il presidente del Consiglio ha quindi rassicurato che «non c'è stato assolutamente nessun problema con la Francia. Le mie telefonate con Chirac sono state di grandissima cordialità. La Francia ha detto che rispetterà le decisioni italiane e la stessa cosa dico io nei confronti dei francesi». Alla domanda se l'Italia manderà più uomini nel caso le venga affidato il comando della missione in Libano, Prodi ha scherzosamente risposto: «Certamente almeno uno, il comandante». Ieri Prodi si è sentito telefonicamente con Kofi Annan e ha spiegato che è stata confermata la disponibilità italiana ad assumere il comando della missione in Libano ma, ha chiarito il premier, «non ho assolutamente detto che l'Italia sarà la leader della missione. L'Italia farà il suo dovere, ma poi, si valuterà nell'ambito dell'intera strategia, che è mondiale, quale ruolo specifico l'Italia potrà o dovrà assumere. Solo dopo questo - ha precisato Prodi - verrà presa la decisione». Il premier ha anche detto di aver parlato con Annan dell'ipotesi di coinvolgere nella missione Russia e Cina. Il ministro della Difesa, infine, ha detto che la Germania guarda con favore all'ipotesi che la prossima missione Onu in Libano sia a guida Italiana. Parisi ha fatto riferimento al contenuto di un colloquio telefonico avuto ieri pomeriggio con il suo collega tedesco Franz Joseph Jung e ha confermato «una partecipazione significativa» dell'Italia alla missione Onu. La decisione dell'Italia di inviare duemila soldati in Libano è stata ccolta con favorfe dal governo guidato da Fuad Siniora.

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