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COSTA SMERALDA IMPOSTE PER I RICCHI

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L'imposta istituita dalla Giunta Soru in Sardegna, approda infatti in Commissione Europea: ora sarà Bruxelles a decidere se questa legge è «legittima» o meno. Ieri sulla scrivania del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, è arrivata la risposta della sede Ue al suo «ricorso per inandepimento», presentato a fine giugno. In ballo c'è la «tassa di lusso»: fino al 30 settembre, tutte le navi nei porti sardi devono infatti versare un'imposta che varia dai mille fino ai 20 mila euro giornalieri per i megayacht che vogliono avere un numero illimitato di approdi. «Il Segretario generale della Commissione Europea - si legge nella lettera che gli è appena giunta da Bruxelles ed è datata 6 luglio 2006 - ha ricevuto il ricorso. Tale richiesta è stata attribuita alla direzione generale in appresso, che darà il dovuto seguito». Alla decisione del ricorso, il Comune di Olbia è arrivato dopo vari tentativi e richieste di dialogo con lo Stato, soprattutto basato sul fatto che questa tassa sta danneggiando non solo Olbia, ma l'intera Sardegna su diversi fronti, da quello turistico a quello aereo, da quello immobiliare a quello marittimo. «Da quando è stata applicata questa tassa - spiega il sindaco Nizzi - il traffico privato dell'aeroporto di Olbia è calato del 15%, addirittura crollato (-24%) quello di aerei biposto e quadriposto. Questo è un danno per tutta la regione, non solo per noi. Situazione tragica anche per le barche: durante i mesi di giugno e luglio abbiamo visto i porti vuoti e le barche ferme. A questo noi non eravamo abituati: ecco perché possiamo dire sicuramente che la stagione, finora e rispetto ai nostri standard, è stata negativa». Il ricorso presentato dal Comune di Olbia alla Comunità Europea riguarda la «violazione sulla libera circolazione di capitali e sul principio di non discriminazione, sulla libertà delle iniziative imprenditoriali, sulla libera circolazione dei lavoratori e sul fatto che alla tassa non corrisponde l'erogazione di un servizio (si tratterebbe cioè di un dazio, quindi proibito)». Ora, spiega il sindaco Nizzi, avendo Bruxelles dato risposta e quindi avendo dato alla questione «tassa sul lusso» un numero di posizione ufficiale, i responsabili europei del mercato interno daranno il via alla pratica di «infrazione» verso lo Stato, il quale avrà 60 giorni per controrispondere; se ciò non avverrà si passerà nelle mani della Corte Suprema europea. «Questa tassa - aggiunge Nizzi - va a colpire le persone più ricche, coloro cioè che hanno permesso, in tutti questi anni, l'evoluzione e la crescita della Sardegna, regione basata prima solo sull'agricoltura e la pastorizia, ora uno delle "finestre turistiche" più importanti d'Europa. In Corsica stanno facendo ancora i salti di gioia. I nostri ex clienti quest'anno si sono lanciati verso l'isola francese: vicina, appetibile e senza tassa sul turismo. Questo è il risultato di questa tassa assurda». «Inoltre - aggiunge il primo cittadino della città gallurese - in questi giorni, la Regione sta facendo dei controlli sulle barche attraccate nei porti, per avere gli elenchi e sapere a chi appartengono, per poi, magari, far scattare qualche multa. Ma ci si rende conto che ciò è illegittimo?». A parte quello del sindaco Nizzi, la «tassa sul lusso» di Soru ha scatenato altri ricorsi. L'eurodeputato Renato Brunetta (Forza Italia) porterà lo stesso documento di Olbia in interrogazione al Parlamento Europeo; sulla stessa linea, l'Aero Club d'Italia ha deliberato l'avvio di analoghi ricorsi assieme con Aopa (l'associazione dei proprietari e piloti d'aereo), con la Federazione Italiana Vela e con la Federazione Italiana Motonautica presso la Commissione europea e l'Autorità Garante della concorrenza. Non ultimo, lo Stato ha impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale per il mancato rispetto del principio di uguaglianza tra i cittadini.

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