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Il ministro della Giustizia Clemente Mastella

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«In autunno la nuova riforma elettorale»

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Una maggioranza allargata? Ma dove? Io sto a dieta e pure la coalizione. L'ipotesi di un grande centro non è possibile fino a quando c'è la presenza ingombrante di Berlusconi e ci sono i due poli strutturati come adesso». Il ministro della Giustizia Clemente Mastella parte per le vacanze con nella valigia due importanti risultati, indulto e intercettazioni, e la convinzione di essersi tolto quella spina nel fianco che è il collega Di Pietro. Ma saranno vacanze brevi quelle di Mastella che sta già pensando all'agenda autunnale. E tra i prossimi obiettivi mette, come anticipa, la riapertura della discussione sulla legge elettorale e la riforma degli ordini professionali. Si dice poi sicuro che con la Finanziaria «non ci saranno problemi e la maggioranza terrà» e annuncia che la manovra «avrà sensibilità per i temi cari al mondo cattolico». Concorda con Francesco Rutelli, vicepremier e leader della Margherita che «bisogna comprendere il radicamento dei cattolici» e che «va recuparata la migliore tradizione togliattiana». Ma nega che il centrosinistra abbia trascurato le tematiche care al mondo cattolico. Cosa ne pensa del rebus estivo delle larghe intese? «Non vedo all'orizzonte le larghe intese. Queste sono volute soprattutto da chi immaginava che la vittoria del centrosinistra sarebbe stata fragorosa con uno scarto forte tra maggioranza e opposizione perchè avrebbe consentito di soddisfare larga parte delle richieste del mondo industriale. Non essendosi verificato questo presupposto, data l'esiguità della maggioranza soprattutto al Senato allora si favoleggia di un ipotetico governo di larghe intese». Mi sembra di capire che il tema non l'appassiona, o no? «Quella delle larghe intese è un'ipotesi che escludo per una ragione molto semplice: perchè salterebbero i nervi alla coalizione di centrosinistra con l'impossibilità di un ritorno nella normalità e di una vittoria della maggioranza». Ma non temete le forche caudine della Finanziaria? Che tutto possa saltare con la manovra? «Reggerà, tranquilli, la maggioranza reggerà. È ovvio che i numeri sono quelli che sono. Mi stupisco di chi ha gridato allo scandalo per il voto di fiducia dal momento che se ne è fatto largo uso quando non doveva essere utilizzato. A maggior ragione quindi oggi con i numeri che ci sono». Significa che anche sulla Finanziaria metterete la fiducia? «Io ritengo che occorra un rapporto molto più disteso e sereno tra governo e opposizione. I disegni di legge che confeziona l'esecutivo non devono avere rigidità tolemaiche e ci devono essere ampie possibilità di emendabilità da parte del Parlamento». Ma il centrodestra sostiene che l'ostruzionismo è la risposta al governo che mette la fiducia a ogni passo. «È il cane che si morde la coda. Il problema è che se è giusto che il governo non ecceda in modo esorbitante nella richiesta di atti di fiducia è altrettanto vero che l'opposizione non deve far ricorso all'ostruzionismo ogni volta». Mi vuol far credere che la Finanziaria sarà un appuntamento come un altro per questo esecutivo e che non siete per niente preoccupati? «Nessuna preoccupazione. Come tutti gli atti di questo governo dovranno essere giustamente compromissori tenendo conto della natura della maggioranza». Una maggioranza eterogenea che in pochi mesi di legislatura non ha fatto mancare sorprese. Ce n'è abbastanza per prefigurare un autunno difficile. «Quali governi non sono eterogenei? Le coalizioni sono arcobaleno fino a quando non esploderanno i poli attuali. Fino a quando la legge elettorale creerà sofferenze è inutile invocare soluzioni diverse». Vuol farci intendere che state pensando a rimettere mano alla legge elettorale? «Mi sembra evidente e operazioni di questo genere si possono fare solo a inizio legislatura. Sarà uno degli argomenti che tratterò alla festa dell'Udeur di Telese. Intendo aprire un dialogo sulla riforma della legge elettorale. Mi muovo sempre, come ho fatto con l'indulto e la legge sulle intercettazioni, con un confronto con l'opposizione». A quale mode

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