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«SIAMO alla schizofrenia in politica estera.

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Ci sono posizioni di buon senso come quelle di Parisi e Amato e quelle estremiste di Cento e di Rifondazione comunista. C'è chi è con Israele e chi contro. Tutto questo si tradurrà in una brutta figura internazionale per tutto il Paese». Andrea Ronchi, portavoce di An, attacca il centrosinistra per come si sta comportando in politica estera. Ma ci tiene anche sottolineare: «Il centrodestra è sempre stato unito». Onorevole, cominciamo dall'inizio. Come valuta la proposta di Prodi di inviare forze d'interposizione sotto l'egida Onu? «Scusi, il punto mi sembra un altro. Qual è la posizione del governo italiano? E quale quella della maggioranza, visto che ci sono differenziazioni così ampie?». D'accordo, ma sulla proposta avanzata oggi? «Mi sembra molto vaga. E le ripeto: non si capisce che cosa stiamo facendo oggi e che cosa dovremmo fare domani. Noi vorremmo che il primo passo concreto fosse quello di far inserire Hezbollah tra le organizzazioni terroristiche stilata dall'Unione europea. Il governo che vuole fare?». E secondo lei che cosa dovrebbe fare? «Parlare chiaro, in questo momento non è possibile essere ambigui. Bisogna essere contro il terrorismo senza se e senza ma. Stare al fianco di Gerusalemme, l'unico governo democratico dell'area. Noi stiamo con Israele. E tengo a sottolineare un punto che a me sembra cruciale». Quale? «Mai nessun deputato e nessun senatore della Casa delle Libertà ha detto una parola fuori dalla linea della coalizione. E questo sia quando eravamo maggioranza, sia adesso, che siamo opposizione». E con questo, che cosa vuole dire? «Non essere in grado di avere una linea in politica estera, per il governo, significa non essere in grado di andare avanti su nulla. Procurando un danno». A chi? «Alla Nazione anzitutto. Un danno enorme perché stiamo dando la sensazione di non sapere che fare usando termini pericolosi per la loro ambiguità come l'"equivicinanza". Per ora Prodi è stato troppo ostaggio delle ali radicali e ha ceduto a mio avviso in maniera eccessiva». Anche Enrico Letta avverte: non ci sono i numeri. La Cdl darà un soccorso? «No, guardi, non si tratta di dare soccorsi. Si tratta di essere coerenti. E tutto ci si può chiedere, tranne di votare contro ciò in cui crediamo. Il decreto sulla missione sull'Afghanistan è profondamente coerente con gli impegni presi dal governo di centrodestra con gli organismi internazionali. Abbiamo il dovere di dire di sì». Ne è sicuro? La sinistra radicale parla di discontinuità rispetto al decreto della Cdl... «Ma quale discontinuità...». Anche la Finocchiaro parla delle difficoltà e della possibilità di aprire anche all'opposizione? «Un conto è votare ad esempio, sull'Afghanistan, e dunque in coerenza con la politica estera di centrodestra, un conto è soccorrere un governo senza maggioranza. Le riflessioni di persone ragionevoli devono far riflettere i leader del centrosinistra sulle fragilità sempre più crescenti della loro coalizione» Stando dalla parte di Israele, però, An non rischia di apparire eccessivamente di parte e, dunque di essere poco credibile? «Abu Mazen ringraziò l'allora ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, quando si impegnò per rilanciare la road map per il Medio Oriente, l'unica vera soluzione al conflitto. Penso che più delle tante parole parlino i fatti. Non si tratta di essere di parte, si tratta di stare dalla parte delle libertà e della democrazia». F. D. O.

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