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No ai comunisti soltanto con i tedeschi

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Possibilmente in Germania. Sono infatti i giornali tedeschi quelli che finora hanno ospitato le intemerate contro l'ala estrema della coalizione. Prima delle dichiarazioni di Napolitano, era toccato infatti a Romano Prodi, il 7 giugno scorso, in un'intervista al settimanale germanico Die Zeit, attaccare duro. Il premier prima se l'era presa con il suo predecessore: Silvio Berlusconi, con il suo stile di governare, ha schiavizzato l'Italia. E aveva aggiunto: «I tedeschi, scusatemi la franchezza, hanno impiegato molto più tempo di noi per definire il loro accordo di governo. Il tutto si è protratto per due mesi. Io invece - rilevava Prodi - in un solo mese sono riuscito a far eleggere i presidenti delle due Camere, il Presidente della Repubblica, ho formato il governo e ho ottenuto due voti di fiducia (in Parlamento)...» «Noi abbiamo solo più folklore - aveva aggiunto il Professore -: Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani. Ma paragonati con Lafontaine sono degli ingenui». Frasi che avevano fatto infuriare ovviamente i diretti interessati e che arrivavano a pochi giorni dalla reprimenda del premier nei confronti dei ministri che parlavano troppo a vanvera. L'ufficio stampa di Palazzo Chigi era stato ovviamente costretto a rettificare: «Berlusconi ha trasformato l'Italia, non schiavizzato». E a proposito delle ali estreme, si spiegava che la frase autentica del premier era questa: «Anche da noi ci sono componenti radicali come Prc e i Pdci, ma se paragonate al vostro Lafontaine sono moderate».

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