Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Dopo 30 anni ancora gli stessi protagonisti

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

A trent'anni di distanza, per il sequestro dell'imam egiziano tornano in scena gli stessi protagonisti del famoso ritrovamento del memoriale Moro nell'appartamento milanese dello stato maggiore brigatista da parte degli uomini del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, al tempo comandante delle sezioni speciali anticrimine dell'Arma e responsabile di tutte le fasi dell'operazione. Stessa città, e quasi tutti gli stessi protagonisti di quel mistero: da Marco Mancini, ex capo della prima divisione del Sismi, ora agli arresti, a Giuliano Tavaroli, ex carabiniere ed ex capo della sicurezza di Telecom, a Gustavo Pignero, capo del primo reparto del Sismi e, all'epoca, capitano dell'Arma e collaboratore di Dalla Chiesa già nel 1974 in Piemonte, fino agli ex sostituti procuratori della procura della Repubblica di Milano, Armando Spataro e Ferdinando Pomarici, che svolsero le indagini sul blitz di via Montenevoso dove l'1 ottobre 1978 avvenne il primo ritrovamento del memoriale del presidente della Dc. O almeno, delle copie in carta carbone del materiale. Il blitz degli uomini di Dalla Chiesa, l'arresto di alcuni capi delle Br, come Lauro Azzolini, Franco Bonisoli e Nadia Mantovani, le modalità del ritrovamento delle carte di Aldo Moro provocarono un terremoto politico e giudiziario. Le ripercussioni si sono avvertite per molti anni a seguire, compreso il secondo ritrovamento delle carte, avvenuto nel 1990, e che provocò un vero e proprio terremoto nei servizi. Un giallo, uno dei tanti, della storia della Repubblica. Un giallo mai del tutto risolto. Oggi, trent'anni dopo, un altro «giallo», stessi protagonisti.

Dai blog