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Abu Omar, in manette un capo del Sismi

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Quella Usa, con l'emissione di una nuova misura cautelare in carcere per 3 agenti della Cia e un militare americano, che si aggiungono ai 22 per i quali era già stato chiesto l'arresto (tutti latitanti), e quella italiana, con il capo della prima divisione del Sismi, Marco Mancini, di fatto il n. 2 del servizio, finito a San Vittore, e un altro funzionario, il generale Gustavo Pignero, posto ai domiciliari. Agli sviluppi dell'indagine di Milano avrebbero contribuito anche dichiarazioni venute dall'interno del Sismi e che sono giudicate «importanti» nell'ambito dell'inchiesta mentre «decisive» sono ritenute anche alcune intercettazioni telefoniche. Ma una vera svolta sarebbe arrivata dalla testimonianza del maresciallo del Ros Luciano Pironi, coinvolto nelle indagini. Oltre ai due arrestati, quattro funzionari del servizio segreto militare sarebbero sotto inchiesta per il rapimento, mentre due risultano indagati per favoreggiamento: si tratta di Pio Pompa e Luciano Seno, accusati di aver consentito ai due arrestati di usare il loro cellulare «pulito» e scambiarsi informazioni sull'andamento delle indagini della Procura milanese per concordare poi versioni difensive. Mancini e Pompa, in particolare, avrebbero ascoltato «fraudolentemente» le conversazioni telefoniche del giornalista del quotidiano «La Repubblica» Giuseppe D'Avanzo. Questo con l'aggravante di aver abusato dei loro poteri di pubblici ufficiali. Per Mancini e Pignero è aggravato anche il loro presunto concorso nel sequestro di persona dell'imam, indagato a Milano per terrorismo internazionale (270 bis C.P.) e da pochi giorni nuovamente in carcere in Egitto, dove era giunto, appunto, secondo l'accusa, in seguito al blitz della Cia. L'aggravante ha finito per cambiare la posizione anche di alcuni dei 22 agenti per i quali era già stato disposto l'arresto ed è stato emesso un nuovo ordine di custodia per altri tre 007 Usa e un militare che all'epoca dei fatti era in servizio all'aeroporto di Aviano, dove sarebbe partito l'aereo con Abu Omar per Ramstein, in Germania, e da qui in Egitto. Tra i nuovi destinatari, infatti, ci sono anche Jeffrey Castelli, ex responsabile della sede Cia di Roma, e Joseph Romano, allora responsabile della sicurezza di Aviano, da tempo indagato e oggetto poi di alcune rogatorie in Germania sul suo traffico telefonico. A quanto si è saputo, i due funzionari Sismi si sarebbero adoperati per individuare un aeroporto per la «extraordinary rendition» che sarebbe stato inizialmente la base Usa di Ghedi, nel bresciano (poi sarebbe stato preferito l'aeroporto friulano) e per porre uomini accomodanti in alcuni centri Sismi delle zone interessate. Ordine di arresto anche per una collaboratrice di Castelli, la funzionaria Cia Sabrina De Sousa e l'agente Ralph Henry Russomando. Per i legali di Mancini, ex sottufficiale dei carabinieri, Luca Lauri e Luigi Panella, il loro assistito, nel maggio scorso, voleva essere interrogato dai procuratori aggiunti Armando Spataro e Ferdinando Enrico Pomarici, ma i magistrati non vollero sentirlo. Per i suoi legali, Mancini, detenuto nel carcere milanese di san Vittore, è «un servitore dello Stato che ha sempre svolto il suo dovere in modo corretto e nel rispetto della legge». Comparirà venerdì davanti al gip di Milano Enrico Manzi per l'interrogatorio di garanzia, mentre per Pignero i termini sono più dilatati perchè ai domiciliari. Gli arresti di ieri, però, non sono stati la sola attività d'indagine svolta dagli agenti della Digos, che si sono presentati nella redazione del quotidiano Libero per sequestrare il computer del vicedirettore Renato Farina, oltre che gli «strumenti di lavoro» di un cronista. L'accusa nei loro confronti è concorso in favoreggiamento.

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