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di GIANNI DI CAPUA NON sono giorni allegri questi per il Partito Democratico.

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Così qualcuno ha ricominciato a parlare di federazione. Una soluzione che permetterebbe ai due leader di salvare «capra e cavoli» ed evitare inutili scissioni. Non è questa l'opinione dei «prodiani» della coalizione che non sembrano avere nessuna intenzione di fare passi indietro lungo la strada che porta verso la nascita del nuovo soggetto. Con questo spirito domani a Roma l'Associazione per il Partito Democratico (che raccoglie «ulivisti» vicini al presidente del Consiglio) si riunirà per un convegno che contiene già nel titolo l'obiettivo: «La Costruzione del Partito Democratico». L'appuntamento è al Radisson Hotel. Ad aprire i lavori sarà il presidente dell'Associazione Gregorio Gitti poi spazio ai big. Ci saranno Giuliano Amato, Piero Fassino, Francesco Rutelli, Arturo Parisi e una folta schiera di amministratori ulivisti da Walter Veltroni a Massimo Cacciari, da Sergio Cofferati a Rosa Russo Jervolino. Ma ci saranno anche Gad Lerner (che terrà una relazione dal titolo «Il partito che c'è già»), Pietro Scoppola (che dibatterà con Walter Veltroni sul processo costituente), Michele Salvati (che discuterà con Massimo Cacciari del manifesto del nuovo soggetto), Stefano Ceccanti, Giovanni Guzzetta, Franco Bassanini, Giovanni Bachelet e Claudia Mancina. Gli occhi di tutti, però, saranno puntati sulla seconda sessione dei lavori che vedrà, prima una tavola rotonda moderata da Riccardo Sarfatti a cui parteciparenno numerosi amministratori ulivisti (su tutti Antonio Bassolino, Sergio Chiamparino, Sergio Cofferati, Rosa Russo Jervolino, Agazio Loiero, Filippo Penati e Renato Soru); quindi il confronto tra Giuliano Amato, Piero Fassino, Francesco Rutelli, Leoluca Orlando e Luciana Sbarbati su «La responsabilità dei promotori». Insomma, nel giro di poche ore, scenderanno in campo i più convinti sostenitori del progetto (i sindaci) e gli uomini (soprattutto Fassino) che sul Partito Democratico stanno giocando il proprio futuro. Difficile che il segretario della Quercia decida di forzare la mano prima di aver avviato un confronto serio all'interno del partito (il 13 luglio è convocato il Consiglio Nazionale dei Ds). Anche se è indubbio che i «prodiani» faranno di tutto per cercare di aiutare Fassino ad uscire dall'angolo. Intanto, in attesa del confronto di domani, ieri il Correntone Ds ha cercato ancora una volta di stanare il segretario. «Continuiamo ad attendere una risposta chiarificatrice del segretario Ds» ha detto il vicepresidente della Camera Carlo Leoni. «Con l'assemblea - ha sottolineato il deputato - la sinistra Ds ha posto domande molto chiare e importanti al segretario Fassino. Anziché risposte abbiamo letto la solita e prevedibile batteria di dichiarazioni dei segretari regionali. I quali peraltro sostengono che ormai è troppo tardi per tornare indietro. Il che vuol dire che tutto è già stato deciso e in modo non democratico». Ma le uniche risposte sono arrivate dalla Margherita con Franco Monaco che ha contestato le obiezioni. «Talune opposizioni al partito democratico - ha detto - muovono da un presupposto sbagliato: quello di chi lo considera come il centro moderato dell'Unione. Non è così». Adesso l'attesa è tutta per Fassino e Rutelli.

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