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Padoa Schioppa alle prese con il totonomine

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La costituzione di una commissione con l'incarico di verificare lo stato dei conti publici, è stato il primo, eloquente segnale che di qui a breve soffierà aria nuova a via XXSettembre. Dentro il ministero c'è chi sostiene che con la commissione sui conti pubblici, Padoa Schioppa ha di fatto commissariato la dirigenza e si prepara a un radicale cambiamento di poltrone spazzando via coloro, chi più chi meno, hanno fatto parte della squadra dell'ex ministro Giulio Tremonti. Ma tutto avverrà in modo soft e dopo l'estate. Le priorità di Padoa Schioppa sono di presentarsi alla riunione dell'Ecofin del 6 giugno con un programma di rientro del deficit convincente che servirà per preparare la prossima Finanziaria. Insomma il neo ministro prima di aprire il vaso di Pandora delle nominevuole portare a casa alcuni risultati. Ma vuole anche muoversi con i piedi di piombo. Il Tesoro è già al centro di diversi appetiti e Padoa Schioppa sa bene che per formare la squadra dovrà vedersela con i viceministri, il Ds Vincenzo Visco e il Dl Roberto Pinza. Margherita e Quercia lo marcano stretto. In ascesa è Riccardo Faini, ex direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, al quale Padoa Schioppa ha affidato la supervisione della commissione sui conti pubblici. Un incarico che potrebbe essere un trampolino di lancio verso una poltrona di maggior prestigio. C'è chi lo indica come il prossimo direttore generale al posto di Grilli. Ma altri sono ai box di attesa. Fabrizio Saccomanni ora a Londra come vicepresidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) e ex direttore centrale delle attività estere dela Banca d'Italia, legato da vecchia amicizia con il ministro, non vedrebbe male il rientro in Italia. C'è poi una lunga lista di economisti più o meno legati alla sinistra che potrebbero essere collocati n posizioni di rilievo. Si tratta di Pier Carlo Padoan, ex direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale e ora direttore della dalemiana Fondazione Italianieuropei, Nicola Rossi, Francesco Giavazzi e Tito Boeri. In ascesa a via XXSettembre è Ignazio Angeloni, capo della direzione per i Rapporti internazionali. Dal 1986 al 1998 in Bankitalia, poi vicedirettore della ricerca della Bce, Angeloni ha sostituito Lorenzo Bini Smaghi nel giugno del 2005, quando questi è diventato membro del board Bce in sostituzione proprio di Padoa Schioppa. Ma le spine di Padoa Schioppa non si limitano qui. Dovrà vedersela con gli altri ministri e le pressioni che eserciteranno su alcuni temi nevralgici. Primo fra tutti l'altro ministro economico, il Ds Pierluigi Bersani che ha ribadito di volere il controllo dei pacchetti di Eni, Enel e Finmeccanica quale passaggio inevitabile per la trasformazione del ministero dello Sviluppo economico in snodo della politica industriale. Sulla delicata questione previdenziale, il ministro dovrà dialogare con il collega del Lavoro, il diessino Cesare Damiano.

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