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Cuffaro prova a vincere nonostante FI

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Qui nella sola giornata di domenica prossima, saranno chiamati alle urne più di 4,5 milioni di elettori per eleggere il nuovo Governatore e i 90 deputati del Parlamento siciliano. Ma c'è anche un fuori programma: un duro botta e risposta tra lo stesso Cuffaro e Musumeci. Quest'ultimo, annuncia che «dopo le elezioni presenterò un esposto alla Procura sulle anomalie di questa campagna». In pratica, lo stesso eurodeputato, ex An, parla di «un dossier documentato con esempi concreti di un metodo di rastrellamento del consenso, fatto di pressioni, ammiccamenti e ricatti, soprattutto da parte del candidato della Casa delle libertà per acquisire voti che altrimenti non avrebbe avuto». Dal canto suo, il governatore uscente, replica senza mezzi termini: «Se l'onorevole Musumeci sa di cosa parla, non aspetti la conclusione delle elezioni, ma presenti subito l'esposto». Tuttavia, Cuffaro incalza: «Dubito comunque che qualcuno si sia preso la briga di esercitare pressioni per favorirmi. Però, se parla di fatti concreti e dunque non si tratta di espedienti da fine campagna elettorale, lo invito a rendermene partecipe affinché possa firmare l'esposto insieme a lui». A rendere più «calda», ma soprattutto più incerta, questa campagna elettorale, il voto disgiunto previsto dalla legge regionale. In altri termini, l'elettore può scegliere un candidato presidente e, nello stesso tempo, assegnare una preferenza a uno schieramento diverso da quello che lo sostiene. Una possibilità che, per Cuffaro, «va a mio favore», mentre la Borsellino ha «ben altri segnali». In ogni caso, il centrodestra è in Sicilia tradizionalmente forte. Pochi osservatori ritengono che possa perdere la maggioranza all'Assemblea regionale. Tuttavia, il voto disgiunto potrebbe spostare voti da uno schieramento all'altro nell'elezione del presidente. Una variabile il cui peso, di certo, è difficile prevedere. Intanto, tra gli azzurri siciliani s'abbatte una «slavina». Scatenata dall'ex ministro, Gianfranco Micciché, già sta franando il partito del Cavaliere in Sicilia. Due i fronti: quello capeggiato proprio dall'ex ministro che non avendo più alcun incarico ministeriale punta a far man bassa per occupare nell'Isola anche la poltrona di presidente del Parlamento siciliano; l'altro con a capo il senatore, Renato Schifani, che sullo sfondo pensa anche a piazzare un «suo» uomo (Francesco Musetto) per la prossima corsa a sindaco di Palermo. Staremo a vedere.

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