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Berlusconi: «Cercano una scusa per la stangata»

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L'ex premier contro l'Unione. «Gridano al disastro per aumentare le imposte. Con noi conti a posto»

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Berlusconi, a Milano per la campagna elettorale a sostegno di Letizia Moratti, ha dato fuoco alle polveri. Per l'ex premier la sinistra ha una strategia precisa. «Gridano al disastro perchè vogliono aumentare tasse». Poi punta l'indice contro il viceministro Vincenzo Visco che con le sue dichiarazioni ha confermato «quello che dicevano in campagna elettorale» e cioè che ci sarà un aumento delle tasse su Bot e Cct. «Noi l'avevamo sottolineato - ha detto il Cavaliere - e Tremonti si è anche preso del delinquente politico perchè si era permesso di dire che nel programma c'era un aumento delle tasse sulle famiglia, sui titoli di Stato». E poi. «Credo che gli italiani siano consapevoli di ciò che la sinistra a loro prospetta». Incalza anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. «Si sta avverando quello che avevamo detto. Le chiamano rendite finanziarie, in realtà si deve leggere risparmio degli italiani. Nulla di nuovo quindi sotto il sole: è la tassazione del ceto medio». E Gianfranco Fini aggiunge: «Non si può definire un disastro un disavanzo, o meglio un rapporto deficit/pil ampiamente conosciuto in sede europea, concordato in sede europea». Il segretario della Democrazia Cristiana, Gianfranco Rotondi alza il tono della polemica e afferma che «il verbo del governo dell'Unione sarà tassare. La situazione è delicata: Berlusconi ha consegnato a questo governo un'azienda Italia in salute -sottolinea- dopo averla trovata con la voragine economica che tutti conosciamo; questo governo si appresta a mettere le mani avanti e a portare il sistema Italia verso lo sfascio e le famiglie al collasso». Luce Volontè, capogruppo Udc alla Camera, sostiene che «il piano-salasso è partito e la maxi stangata è alle porte. Secondo Volontè in queste polemiche «emerge una chiara volontà del Governo di nascondere la correttezza del percorso concordato con Almunia con Tremonti e di far pagare ai cittadini la fragilità della coalizione, oltrechè gli appetiti delle singole formazioni dell'Unione». Si dice poi certo che «anche grazie alle pressioni che riceverà, Almunia confermerà l'idea della maxi-stangata, serve questo a Prodi per mantenere le promesse e tacitare gli appetiti interni. Si fa sentire anche il presidente della Camera Bertinotti: «L'intervento sul cuneo fiscale è tanto più efficace quanto più sarà selettivo e sarebbe poi necessario intervenire sulle leggi che regolano il mercato del lavoro». Ma la sinistra insiste sulla strada delle polemiche. In pole position c'è il segretario dei Ds Piero Fassino secondo il quale «lo stato dei conti pubblici dimostra che Tremonti ha truccato le cifre e ha fatto approvare dal parlamento finanziarie che non corrispondevano all'andamento reale della finanza pubblica». Poi il Ds mette le mani avanti lasciando intendere che sarà inevitabile una dolorosa manovra di correzione. «Abbiamo ereditato una situazione dei conti grave con un deficit e un debito molto più alto. Toccherà a noi risanare i buchi che ha fatto il governo di centrodestra». Anche il neoministro del Lavoro Cesare Damiano afferma che «Berlsuconi aveva bisogno di abbellire la situazione per la campagna elettorale. Ma ora che la festa è finita, bisogna dire la verità che è molto più negativa di quanto ci era stato illustrato». Damiano si spinge anche ad alcune previsioni: «Il famoso 3,8% di deficit-pil di Tremonti in realtà non corrisponde alla situazione reale, perchè abbiamo un rapporto decisamente superiore al 4%, probabilmente tra il 4,5 e il 4,8%. La situazione è molto negativa, molta polvere è stata messa sotto i tappeti». Il neo ministro nega assolutamente che «il centrosinistra voglia usare il fatto che i conti vadano male per aumentare le tasse. Noi le tasse non le vogliamo aumentare, vogliamo invece una maggiore equità fiscale. Berlusconi ha dato 6 miliardi di euro ai ricchi del paese per toglierli al drenaggio fiscale. In questo modo è stata fatta una iniquità, mentre noi vogliamo che tutti paghino le tasse in modo equo». Rinca

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