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Agli Esteri è scoppiata la guerra dei secondi

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Vernetti (Margherita): «Usiamo la Nato contro il terrorismo». Sentinelli (Prc): «Rispettiamo il programma»

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E all'Economia arriva un «commissario del popolo». È questo il quadro che emerge dalla nomina dei viceministri (in totale nove) e dei sottosegretari (63) che completano l'esecutivo di Romano Prodi. Basta scorrere la lista per capire che, le maggiori criticità, si registreranno agli Esteri, dove già il neo titolare Massimo D'Alema deve vedersela con le perplessità d'Israele che lo considera troppo filo-arabo. Alla Farnesina, infatti, sotto al ministro ci saranno ben sei suoi sostituti (contro i quattro del governo Berlusconi): due viceministri e quattro sottosegretari. Che difficilmente andranno tra loro d'accordo. E le prime avvisaglie si sono viste già ieri. Il neosottosegretario Gianni Vernetti (Margherita), che in passato aveva chiesto l'invio di truppe Nato in Medio Oriente, ha fatto capire, scrivendolo nel suo blog personale, di non aver sostanzialmnete cambiato idea: «Bisogna rilanciare la Nato per renderla ancora più efficace nella lotta al terrorismo, per intervenire con rapidità nelle aree di crisi, dall'Afghanistan al Darfur. Dovremo disimpegnarci gradualmente dall'Iraq d'intesa con il Governo democratico di quel paese e al tempo stesso proseguire il lavoro svolto in Afghanistan e nei Balcani». Insomma, una posizione molto distante da quella del viceministro di Rifondazione Patrizia Sentinelli che in passato, fedele alla linea del suo partito, ha sempre contestato l'opportunità di inviare truppe italiane in territorio di guerra. Ma, almeno per il momento, la Sentinelli dribbla le polemiche e, raggiunta telefonicamente, si limita ad osservare: «Rispettiamo il programma dell'Unione». Programma nel quale, però, mentre si fa esplicito riferimento all'Iraq e ad un graduale ritiro delle truppe italiane, non si parla affatto di Afghanistan. Una missione che, dopo gli attentati che hanno coinvolto i nostri militari, è rientrata prepotentemente nell'agenda del Governo. Ma, se alla Farnesina si registrano già le prime avvisaglie di una futura guerra, non va meglio a via XX Settembre dove il neoministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa è stato già commissariato. Non sembra un caso, infatti, che al suo fianco, come viceministro, la Quercia abbia chiesto di inserire un uomo del calibro di Vincenzo Visco che ha già gestito l'economia del Paese dal 1996 al 2001 - tre volte ministro delle Finanze e una volta ministro del Tesoro - nei precedenti quattro Governi della sinistra. E anche al ministero dello Sport non mancano le sorprese. Fra i sottosegretari, infatti, è spuntato il nome di Elidio De Paoli, ex senatore della Lega Nord. De Paoli è il candidato i cui 45mila voti, ottenuti alle politiche del 9 aprile (con la Lega per l'autonomia - Alleanza Lombarda - Lega Pensionati), sono stati accreditati all'Unione, consentendone di fatto la vittoria e scatenando le proteste dell'ex ministro leghista Roberto Calderoli.

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