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Anche alla destra mancano ottanta voti

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Ma la prima votazione per eleggere l'undicesimo presidente della Repubblica vive piuttosto su quanti voti siano «mancati» ai due poli, rispetto alle dichiarazioni dell'immediata vigilia. La Cdl può contare su 461 grandi elettori e a Letta, candidato indicato da tutti i partiti del centrodestra (salvo 3 della Lega che puntualmente hanno votato per Bossi e 8 di Dc-Nuovo Psi a Giuliano Ferrara), sono andate 369 preferenze: 81 in meno del previsto. Tra queste, possono esserci le 3 schede che hanno indicato Cesare Previti, le 2 di Silvio Berlusconi, le 2 di Giulio Andreotti. L'Unione schiera invece 540 tra senatori, deputati e rappresentanti delle regioni. Ma le schede bianche sono state 438, 102 in meno. Un numero al quale bisogna però togliere certamente i 24 voti dell'Italia dei Valori per Franca Rame, i 17 della Rosa nel Pugno a Adriano Sofri (che però ne ha raccolti altri 6 altrove), i 12 per l'altoatesino Siegfreid Brugger. I voti in meno restano dunque 43. Che però potrebbero essere in parte distribuiti tra Gino Strada (5), Carlo Azeglio Ciampi (4), Lidia Menapace (2). Resta poi il dubbio sui 27 voti a Massimo D'Alema (sostegno dal centrosinistra o «messaggi» dalla Cdl?) e anche sugli 8 a Giorgio Napolitano, annunciati da indiscrezioni come una mano tesa di settori del centrodestra che invitano tutta la coalizione a convergere sul senatore a vita. Tirate le somme restano una settantina di voti in meno per Letta, mentre le schede bianche mancanti sono alla fine una trentina. Numeri dai quali i poli ripartono nelle nuove prove di dialogo di queste ore.

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