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Liberazione, una Festa elettorale

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Una «Liberazione», insomma, ma con temi meno nobili di quelli che questo anniversario si porta dietro. Piuttosto la voglia di dare una spallata definitiva al Cavaliere, celebrando la vittoria dell'Unione. A soffiare sul fuoco di una manifestazione-plebiscito contro l'uomo di Arcore sono stati, per il momento, Marco Rizzo dei Comunisti italiani - «Di fronte a questo atteggiamento irresponsabile che ha coinvolto moltissimi esponenti della Casa delle libertà, primo fra tutti il premier uscente, Silvio Berlusconi, serve uno scatto da parte del centrosinistra, serve una mobilitazione democratica» — e il Verde Paolo Cento, che ha usato toni ancora più espliciti: «Serve una grande iniziativa per commemorare la festa della Liberazione, dopo che per cinque anni Berlusconi e tutto il centrodestra hanno tentato di cancellarne il significato. È ancora più importante oggi riempire le piazze del paese visto l'inaccettabile pressing mediatico della destra per delegittimare il voto popolare: la nostra unica risorsa democratica è la mobilitazione popolare per difendere il risultato elettorale e riaffermare la matrice democratica della nostra Repubblica». Parole che non contengono toni accesi ma che rischiano di stravolgere il significato del 25 aprile. E che soprattutto potrebbero infiammare gli animi di tutti quei gruppi che gravitano attorno all'estrema sinistra. Sul sito Indymedia si stanno infatti moltiplicando in questi giorni gli appelli e i richiami a un Festa della Liberazione carica di significati politici. Con tanto di appuntamenti e dibattiti un po' in tutte le città italiane, da Roma a Milano, da Firenze a Bologna, a Imola. Basta andare sul sito e farsi un'idea. «Tra le varie cose che il nano ci ha tolto in questi luridi 5 anni — è uno dei messaggi — quello che oggi pesa di più è la mancata esultanza e gioia per la vittoria. Ogni qualvolta si provava a mettere in atto un festeggiamento giungevano voci di ricorsi ribaltoni contese giuridiche etc. Forse che il nano patisce la gioia di chi festeggia la sua caduta? Probabile! dal momento che non c'è uno straccio di elemento che lo possa salvare. Quindi è ora di cambiare tutti a festeggiare il 25 aprile con tante bandiere rosse da fargli venir la bile». Ma sul sito appare anche un appello molto esplicito sul significato da dare alla prossima ricorrenza. Un appello firmato da Roberto di Nunzio, giornalista, dal direttore di «Reporter Associati International», con la partecipazione di Lello Voce, giornalista e scrittore, e Rodrigo Vergara, direttore di «ArcoirisTv», che fanno parte del «Comitato 10 aprile». «È necessario abbreviare il più possibile questa fase di grave incertezza politica — scrivono gli autori — Il governo Berlusconi uscito sconfitto alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 non ha più la fiducia del paese. Ogni minuto che passa rappresenta un pericolo per la democrazia nel nostro Paese». «Ci sono tutte le condizioni per giungere immediatamente alla formazione di un nuovo governo, come da più parti affermano autorevoli costituzionalisti — proseguono gli autori — Romano Prodi ha conquistato democraticamente una netta maggioranza politica, il Capo dello Stato è nel pieno dei suoi poteri e dal momento dell'insediamento delle Camere previsto per il 28 aprile prossimo potrà procedere ad assegnare l'incarico di formare il nuovo governo. Se Silvio Berlusconi e il suo governo rifiuteranno di dimettersi ci troveremo di fronte a una violazione gravissima delle regole della democrazia che costringerebbe il Presidente della Repubblica a revocare l'attuale governo, o il nuovo Parlamento a presentare una mozione di sfiducia. Un caso unico e gravissimo nella storia della Repubblica italiana». Poi arriva l'appello vero e proprio: «Invitiamo tutti i cittadini, la maggioranza che ha votato per i partiti dell'Unione e del centrosinistra e tutti coloro che hanno a cuore le

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