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Quirinale, spunta la candidatura di Mario Monti

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Le motivazioni che ha portato Ambrosetti, del resto, non sembrano nè peregrine nè frutto di improvvisazione: «Monti rispecchia tutti quei requisiti che il presidente della Repubblica deve avere. Il presidente della Repubblica deve essere sopra le parti e rappresentare un simbolo di modernità e integrità. Qualità indispensabili per ricoprire tale incarico in un Paese che voglia farsi rispettare». Qualità che, ha sottolineato Ambrosetti, Ciampi incarna ma la sua eventuale candidatura alle presidenziali di maggio dipende «dalla sua volontà e dalla sua età». L'indicazione di Monti era già affiorata, il 24 aprile, in un sondaggio, nel quale l'economista era appaiato in quinta posizione accanto a Romano Prodi tra i possibili candidati. Il campione sondato da Renato Mannheimer gli aveva attribuito il 10% delle preferenze (ciascuno degli interpellati poteva esprimerne fino a tre). A colpire era stato anche il fatto che, nell'indagine di Mannheimer, Monti precedeva un nome autorevole quale quello di Giuliano Amato, fermo all'8%. Meglio di Monti e Prodi erano riusciti a fare - in ordine crescente - Emma Bonino (che sopravanzava l'ex commissario Ue solo di un punto percentuale), Silvio Berlusconi (17 per cento delle preferenze), Pier Ferdinando Casini (22 per cento) e il presidente in carica, Ciampi, saldamente al comando con il 48%.

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