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«Che schifo quando due gay si baciano»

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L'ex ministro Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega, ha difeso, in un comizio, la famiglia tradizionale e ha attaccato le aperture del centro sinistra agli omosessuali. «Tutti i gusti sono gusti, certo - ha premesso Calderoli - ma per favore, giù le mani dai bambini, dalle famiglie con due papà o due mamme, dalle adozioni gay». Scenari che secondo la Lega l' Unione rende invece credibili, come dimostra anche la candidatura di Vladimir Luxuria nelle liste del Prc. «Se Luxuria va in Parlamento - si è chiesto Calderoli - cosa faremo, un terzo bagno? Perchè io, francamente, se mi trovassi quello lì nel bagno degli uomini un pò di imbarazzo lo proverei...». Questa considerazione sul candidato di Rifondazione è stata sommersa da un diluvio di applausi. Frasi che, secondo il presidente dell'Arcigay Sergio Lo Giudice, testimoniano «un conflitto omosessuale non risolto». «Le dichiarazioni di Calderoli - aggiunge Lo Giudice - si collocano tra la farsa e la tragedia». Ma «non possiamo non essere allarmati dell'azione di un partito come la Lega Nord che è considerato estremista e razzista anche dalla stessa destra europea». Sulla necessità di prevedere un terzo bagno qualora Luxuria venga eletto, il presidente dell'Arcigay dice: «Calderoli liquida come una battuta una questione reale, ossia la necessità che la società italiana si faccia carico anche nella vita quotidiana delle esigenze di una parte della popolazione, quella transgender, che rischia di essere marginalizzata, perchè non si riconosce in una dicotomia rigida, quella dei maschi e delle femmine». Calderoli ha poi attaccato il Professore: Prodi «lavora per il re di Prussia», la Cina, e agli imprenditori che votano o addirittura si candidano con il centrosinistra verrebbe da dire: «Lasciateci lavorare in pace, perchè già vi siete magnato tutto voi», ha detto. «Prima - ha attaccato Calderoli riferendosi all'introduzione dell'euro - hanno avvelenato i pozzi», poi hanno aperto le porte alla Cina «irridendo alla nostra proposta di introdurre dazi e quote». E del resto, ha ironizzato l'ex ministro, «se uno gira con un camion di colore giallo, come fa Prodi, o ha finalità diuretiche, o sta dall'altra parte». La parte di chi è stato la causa della chiusura di tante aziende, «che adesso non riapriranno più». «Nelle Marche - ha poi spiegato il senatore ai giornalisti - c'era una piccola impresa che sapeva benissimo come svilupparsi da sola ma le sono state tagliate le gambe con la delocalizzazione e la concorrenza della Cina e dei Paesi orientali». Prima del comizio un piccolo colpo di scena: la stretta di mano a sorpresa fra l'ex ministro, protagonista del caso della maglietta con le vignette satiriche su Maometto, e il presidente dell'Unione delle comunità islamiche in Italia Mohamed Nour Dachan, considerata da molti osservatori come una delle organizzazioni meno moderate della Consulta islamica.

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