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Prodi non ha reagito alle accuse del Cavaliere e si è controllato bene

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Ma, soprattutto, Romano Prodi ha mantenuto le «promesse» della vigilia: serietà (anche troppa, forse), pacatezza e nessun accenno di aggressività verso il suo interlocutore. Il Professore ha invece usato l'arma dell'ironia per controbattere alle accuse spesso veementi del suo avversario televisivo. Non ha reagito alle accuse di essere uno spudorato demagogo, di stravolgere completamente la realtà dei fatti, di dire falsità. Ha replicato con serenità, mascherando il suo pur evidente nervosismo giocando con la penna, gesticolando con le mani e sfoderando quel suo mezzo sorriso che celava il tentativo (riuscito) di controllarsi e non accettare «provocazioni». Con qualche eccezione. Inizialmente, quando il Cavaliere ha «sforato» sulla prima risposta in materia fiscale ha abbozzato una reazione rivolto all'«arbitro» Clemente Mimun per chiedere il rispetto dei tempi. Più tardi ha risposto a Berlusconi, che diceva di volersi stropicciare occhi e orecchie di fronte alle sue affermazioni, con inusuale vitalità, usando ancora una volta il sarcasmo: «Mi sembra giusto quello che dice il presidente del Consiglio - ha detto - cioè che si deve stropicciare occhi e orecchie....». E, ancora più avanti, è sembrato «svegliarsi» (sempre relativamente) quando Berlusconi per l'ennesima volta ha «giustificato» gli impegni mancati del suo Governo con l'«eredità» di quelli precedenti a gestione «rossa»: «Ha ereditato tutto dal passato - è sbottato il Professore rivolto al suo antagonista - È da cinque anni al governo e parla come se fosse all'opposizione. Fra un po' arriverà a Garibaldi per trovare un responsabile....». Poi, a metà circa del «duello», ha chiesto «rispetto» come capo della coalizione. Solo in un'occasione si è «lasciato andare» alla rabbia (contenuta, però) quando ha accusato il suo interlocutore di scaricare sugli ascoltatori una «catasta di numeri per nascondere la realtà». Per il resto, a parte qualche leggera dislessia (per due volte ha inciampato sul termine «strategia») e qualche parola mangiucchiata (anche questa è una sua caratteristica), è stato abbastanza efficace e sintetico. Certo più sintetico del premier, che ha «rubato» spesso secondi al limite di due minuti e mezzo concesso, costringendo Mimun a procedere al «recupero». Insomma, una «buona prova» per lo sfidante Prodi, sebbene tutti e due i «duellanti» non abbiamo parlato molto del loro programma. E cioè dei fatti concreti che gli spettatori volevano ascoltare.

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