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Prodi preferisce l'Emilia a Roma

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Terreno dello scontro una delle circoscrizioni più importanti della Camera, quella del «Lazio 1», l'unica rimasta aperta dopo che ieri i due partiti hanno ufficializzato la composizione delle liste nelle altre 25 circoscrizioni, «ripescando» quasi tutti i deputati che all'inizio sembravano esclusi. Intanto, probabilmente per tenersi lontano da una zona che considera poco «sicura» e troppo lontana dalla sua mentalità, da quella Roma che più volte ha detto di non amare, Romano Prodi ha annunciato ai suoi che, tra tutte le regioni in cui è capolista, sceglierà di essere eletto in Emilia Romagna. La scintilla dello scontro ieri è partita dai Ds: in una nota il segretario regionale Michele Meta e dei segretari di Federazione della Quercia del Lazio 1, Montino (Roma), Ferro (Tivoli), Marani (Civitavecchia), Rugghia (Castelli) hanno chiesto alla Margherita di fare un passo indietro e ridiscutere la composizione della lista perché la Quercia si trova «per vari motivi in una situazione di disagio insopportabile». E il disagio del Botteghino è facile da spiegare: nei delicatissimi equilibri che l'Unione è stata costretta a trovare per presentare una lista unica dei due partiti alla Camera, gli uomini di Fassino si sono trovati nel Lazio 1 a fare i conti con uno «strapotere» degli amici-nemici. Nei primi quattro nomi c'è infatti un solo esponente della Quercia, Giovanna Melandri, piazzata alle spalle del capolista Francesco Rutelli. Dopo di lei ci sono Giulio Santagata e Paolo Gentiloni. Scorrendo la lista, si legge ancora nella nota, «sui primi venti candidati i Ds ne hanno solo 11». Una dichiarazione dura che ha innescato una reazione del partito di Rutelli che è sembrata una vera e propria ritorsione: il segretario regionale della Margherita piemontese Gianni Vernetti, ha infatti comunicato al suo omologo diessino Pietro Marcenaro l'intenzione di sospendere la raccolta delle firme, da parte del proprio partito, per la presentazione della lista dell'Ulivo nella circoscrizione «Piemonte I». Una decisione presa proprio perché, secondo i Dl, la lista sarebbe squilibrata a favore della Quercia. Nel Lazio invece il nodo da sciogliere è legato proprio ai due esponenti della Margherita Giulio Santagata e Paolo Gentiloni. Il primo è un prodiano doc ma il leader dell'Unione non lo ha inserito nella lista dei quindici deputati che i partiti gli hanno riservato. Dunque, alla fine, se ne è dovuta far carico la Margherita che lo ha piazzato proprio nel Lazio 1. Ma ufficialmente i Dl lo considerano in quota Prodi. Il secondo, invece, è un fedelissimo di Rutelli, è stato con lui nei sette anni in cui il leader della Margherita ha fatto il sindaco di Roma, prima come capo dell'ufficio comunicazione e poi come assessore al turismo, ed è uno dei suoi consiglieri più ascoltati. Rutelli dunque lo ha voluto nel Lazio proprio per cercare di attirare più voti. Solo che lo ha candidato anche in «Piemonte 2» e la cosa ai Ds non è andata giù. Toglierlo, ragionano al Botteghino, libererebbe una casella utile. Una scelta che, a questo punto, dovrebbe prendere Rutelli. Il quale ieri è stato in contatto con il sindaco Veltroni e con Goffredo Bettini per cercare di risolvere la vicenda.

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