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MILANO — Gheddafi lo «scagiona».

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«Oggi esigo le scuse ufficiali nei miei confronti, nei confronti della Lega e nei confronti delle persone la cui morte è stata strumentalizzata da parte di chi, nell'immediato e nei giorni successivi, ha diffuso notizie false, sapendo di mentire». È questa la replica stizzita dell'ex ministro delle Riforme Istituzionali, Roberto Calderoli, alle dichiarazioni del leader libico sui fatti di Bengasi, quando il tentativo di assaltare il consolato italiano venne respinto dalla polizia, che sparò sui manifestanti e provocò la morte di undici persone mentre la nostra sede diplomatica veniva data alle fiamme e i nostri rappresentanti erano costretti a mettersi in salvo dalla furia della folla inferocita. «Mi hanno dato del pazzo, mi hanno dato del buffone, mi hanno dato dell'irresponsabile, mi hanno minacciato di morte, hanno messo sulla mia testa una taglia superiore ai dieci milioni di dollari e la magistratura mi ha inquisito - afferma Calderoli in una nota distribuita agli organi d'informazione - Ho subito tutto questo in silenzio e ho rassegnato le dimissioni da ministro». Secondo il coordinatore delle segreterie della Lega Nord, le dichiarazioni di Gheddafi, «oltre a rappresentare l'ennesima minaccia nei confronti del nostro Paese e della nostra sicurezza, e l'ennesimo ricatto, testimoniano che la vicenda delle magliette non c'entra nulla con l'attacco al nostro consolato a Bengasi, visto che, per ammissione dello stesso Gheddafi, il suo popolo non sa neppure cosa sia la Danimarca». «Ne consegue - spiega Calderoli - che le accuse che sono state rivolte a me, e alla Lega, sono state strumentali e non si è esitato neppure a strumentalizzare i morti per scaricare il barile o per guadagnare qualche consenso elettorale». «Sicuramente anche il presidente Berlusconi ha avuto una risposta emotiva, e forse lo hanno male informato, sui fatti di Bengasi», ha sottolineato ancora l'ex ministro leghista, rispondendo a una domanda dei giornalisti. «Ma - ha aggiunto - se fossi Fini penserei a quello che ha detto in Parlamento e penserei anche alla scelta di essere andato in moschea per ingraziarsi Gheddafi, il quale si è poi visto come ha risposto».

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