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«La società di Conti ha avuto una strategia ondeggiante e lacunosa»

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È la ricetta di Pier Ferdinando Casini per risolvere i problemi emersi dalla vicenda Enel-Suez che hanno coinvolto i rapporti tra Italia e Francia. La Lega nei giorni scorsi aveva lasciato intendere che ora l'Italia dovrebbe rendere pan per focaccia, ovvero difendere a spada tratta quei settori che sono minacciati dalla concorrenza a cominciare dal tessile. «Io sono contro le ritorsioni, sarebbe una risposta velleitaria. Capisco che sia una tentazione, ma alla fine non porterebbe a nessun risultato. Tremonti ha fatto quello che andava fatto, andare a Bruxelles. Da parte sua non c'era alcuna idea di ritorsione», ha detto Casini parlando alla sala stampa estera a proposito di un eventuale provvedimento del governo. Ma ieri, parlando con i corrispondenti dei giornali esteri a Roma Casini non ha avuto parole tenere sull'Enel, definendo la scalata alla società francese Suez una «strategia ondeggiante e lacunosa». «L'Enel rifletta sulle modalità con cui ha portato avanti la vicenda francese. C'è stata una strategia non particolarmente avventata, che ha zoppicato un po' — ha aggiunto il leader dell'Udc — Di certe iniziative non si parla, si fanno. Altrimenti le si indeboliscono. Una leadership aziendale seria e motivata deve muoversi con cautela ma anche con determinazione». Per casini questa vicenda «è una conseguenza di una mancanza di Europa. La Costituzione europea è stata respinta dal popolo francese e olandese, ma è stata costruita al ribasso, con un basso profilo che non poteva suscitare entusiasmi».

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