Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Scuse fumose per evitare il confronto tv»

default_image

  • a
  • a
  • a

Lo stridio di tutte queste unghie sui vetri ci induce a precisare alcuni punti». Così esordisce Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Berlusconi, in una dichiarazione di replica alle obiezioni sollevate dal leader dell'Unione Romano Prodi anche ieri alla kermesse di apertura della campagna elettorale. «Per prima cosa la Commissione di vigilanza, ovvero il Parlamento, ha votato democraticamente, a maggioranza, un regolamento che applica la "par condicio", tanto amata e tanto lodata dalla sinistra. Il regolamento fissa, tra l'altro, due incontri tra i capi delle coalizioni sul servizio pubblico, ovvero su Rai1. Ma a Prodi piace la legge e non il regolamento che lo costringe a incontrare due volte Berlusconi. Perciò dice che non gli vanno le regole Rai e riceve la giusta risposta del presidente Petruccioli: "Non abbiamo fatto nulla di più o di meno di ciò che il Parlamento ci ha chiesto". Il Parlamento, non la Rai, ha stabilito le regole che Prodi e i suoi non intendono rispettare». «Secondo punto — prosegue Bonaiuti — Prodi e i suoi pongono come condizione al confronto tv che venga eliminata la conferenza stampa del presidente del Consiglio. Chiediamo: che c'entra una conferenza stampa per i giornalisti con i due confronti tra i due leader? In tutti è sorto e cresce sempre più il dubbio che questo sia solo un pretesto. Terzo, Prodi e i suoi propongono il pacchetto di norme usato per i confronti tra Bush e Kerry. Da un lato dobbiamo seguire le regole strettissime, ferree e plumbee della par condicio, per cui se Prodi non va in una radio o in una tv non ci può andare neanche il presidente del Consiglio; dall'altro, ci vengono fatte balenare le regole liberali e liberiste del paese dove le campagne elettorali si combattono senza alcun limite e sotto il segno dell'assoluta libertà di spot. Benissimo, quindi, le norme americane le possiamo aggiungere a quelle già esistenti. Ma resta forte l'impressione che per questa sinistra, che tanto grida al rispetto delle regole, le regole vanno bene soltanto quando sono a suo favore».

Dai blog