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«Giunte, coop, pm intreccio corrotto»

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Ha usato queste due armi Berlusconi per convincere i milanesi che Prodi, i Ds e tutta l'Unione possono portare l'Italia alla rovina se dovessero vincere le prossime elezioni. Alla folla di Forza Italia che per ore ieri mattina lo ha atteso al Mazdapalace di Milano, il premier si è presentato in gran forma e nelle due ore di discorso ha toccato tutti i temi che ha scelto come leit-motiv della sua campagna elettorale, sciorinando quello che il governo farà se sarà riconfermato nei prossimi cinque anni e quello che ha fatto fino a oggi «visto che in televisione non mi permettono di spiegarlo». Parte proprio dalle regole imposte dalla par condicio il primo affondo contro Prodi: «Sono quindici giorni che mi è stato imposto di non andare in tv. Vespa aveva invitato me giovedì nel suo programma e Prodi mercoledì. Ma il Professore ci ha fatto sapere che non accetta le regole che la stessa Vigilanza Rai ha stabilito, accampando scuse fumose». E sul tema Berlusconi fa partire la prima battuta sul suo rivale: «Ho l'impressione che alla fine farà come Bertoldo che chiese di poter scegliere l'albero al quale voleva essere impiccato e sta ancora girando il mondo per trovarlo». Seguono barzellette che il leader della Cdl racconta anche su se stesso. Ma sono le accuse dell'opposizione sulle cose non fatte dal suo governo che bruciano di più. Così dal palco il premier lancia un appello al popolo azzurro: «Siete tutti nominati missionari di libertà, andate in giro a spiegare che non è vero quello che dice la sinistra che non abbiamo rispettato gli impegni, noi garantiremo agli italiani la più assoluta e totale libertà». E sarà per rafforzare il concetto che alla platea racconta tutte le 33 grandi riforme fatte dal suo governo: «Mi hanno accusato di fare leggi ad personam - spiega ancora - ma non è assolutamente vero. L'unica che farò è quella che ho illustrato nel mio programma: i nonni over 70 come me avranno la possibilità di non pagare il canone Rai, di non pagare il biglietto del treno, del cinema e dello stadio». E sul tema delle leggi arriva la risposta agli attacchi di questi giorni dei magistrati. Non però direttamente al giudice di Cassazione Marvulli che ha definito le sue parole deliranti - «in questo clima di gioia - dice - ho deciso di non replicargli, lo farò in un altro momento» - ma è un attacco più ampio fatto a tutto il sistema del «potere rosso» e ai Ds in particolare: «Se c'è qualcosa di corrotto in Italia è il loro sistema di intreccio di potere tra Giunte rosse, cooperative rosse, magistratura rossa e quel partito che è sempre lo stesso e che appartiene a una scuola che ha corrotto le menti di tanti, troppi italiani». Non manca l'affondo sui giudici, durissimo, che tocca il tema della separazione delle carriere: «Io considererò finito il mio impegno in politica solo quando tutti i cittadini se accusati di aver commesso un reato avranno la garanzia di trovarsi davanti a un giudice imparziale, cosa che oggi non avviene. Perché oggi un giudice fa la stessa carriera dei pubblici ministeri, leggono insieme la stessa Unità e la stessa Repubblica. E se un giudice vuole assolutamente assolvere un cittadino deve fare un vero e proprio atto di coraggio perché poi nelle commissioni che decidono la sua carriera e i suoi provvedimenti disciplinari ci sono quegli stessi pubblici ministeri che lavorano con lui fianco a fianco tutti i giorni e che gli presentano le loro tesi di accusa. Noi invece vogliamo che ci siano carriere diverse, che i pubblici ministeri lavorino in palazzi diversi da quelli dei giudici e che quando devono entrare nella loro stanza lo facciano con il cappello in mano come deve fare un qualsiasi cittadino». Berlusconi tocca temi che sa che smuovono il popolo: gli orrori del comunismo, le menzogne della sinistra, le tasse che Prodi vuole rimettere «per infilare le mani nelle tasche del ceto medio», i «politici di mestiere» che non hanno mai lavorato e che non sono come noi «che un lavoro ce l'avevamo e abbiamo dovuto lasciarlo per sottrarre l'I

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