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Rifondazione ancora divisa sul «caso Ferrando»

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Ieri, con un rapida inversione di marcia, il dissidente trotzkista che aveva definito un atto di resistenza l'attentato di Nassirija, è stato prima riammesso, poi nuovamente estromesso dalle liste del partito per le prossime elezioni. In mattinata, infatti, il collegio di garanzia nazionale del partito aveva deciso con 6 voti favorevoli e un astenuto di considerare priva di legittimità la consultazione telefonica che aveva portato la segreteria ad escludere Marco Ferrando. La volontà del Comitato politico nazionale, infatti, secondo il collegio di Garanzia, non può formarsi attraverso una consultazione telefonica, ma la segreteria poteva escludere Marco Ferrando dalle liste perché sussisteva un «caso di comprovata urgenza e rischio di danno irreparabile per il partito», salvo l'obbligo di far ratificare al Comitato politico la decisione alla prima occasione utile. Parole che avrebbero lasciato intendere il reintegro di Ferrando. Ma in serata arriva la secca smentita dell'ufficio stampa del partito. «A fronte delle voci che si rincorrono e delle notizie prive di fondamento che in queste ore stanno facendo il giro delle redazioni - scrive - ribadiamo che non si è riaperto nessun caso Ferrando, che la presidenza del collegio di garanzia del Prc ha confermato la piena validità della scelta già effettuata dalla segreteria dello stesso Prc di non inserire più Ferrando nelle liste elettorali e che questa decisione sarà comunicata dalla segreteria al prossimo Comitato politico nazionale».

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