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«Alessandra deve fare la capolista»

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Lei, Alessandra Mussolini, invece, si è messa d'impegno di buon mattino. Il trucco a regalarle una dolce sfumatura ambrata sul volto e un pullover azzurro con fascia gialla che si rivelerà perfetto per la sala delle colonne — azzurre — di palazzo Marini. Eccoli, sorridenti ad annunciare il «raggiunto accordo sul programma tra la Casa delle Libertà e Alternativa Sociale». E tra i due anche due baci sulla guancia. Fiore, Tilgher e la stessa Mussolini non saranno candidati. Un passo indietro per far vincere pochi ma essenziali punti programmatici. Nessun cavaliere nero e nessuna dama, dunque, sulla scacchiera. La Casa delle Libertà si smarca dallo scacco. «Nessun dubbio sulla correttezza democratica di Alessandra Mussolini», dice Berlusconi, ma un percorso «perfettamente legittimo» nel quale «non ci sono e non ci devono essere ombre». Stoppati i tentativi «di strumentalizzazione da parte della sinistra» che «conserva intatta la sua visione distorta della democrazia. È successo a Bettino Craxi prima — dice il premier affermando di non accettare lezioni di democrazia dai rivali — e poi a me. FI e la Cdl sono nate per difendere la democrazia dai rischi del post comunismo italiano, l'unico in Europa che non ha fatto i conti con la propra storia». L'alleanza con la Mussolini, dunque, è legittima, secondo il principio di Berlusconi che vuole garantire «il diritto di tribuna in Parlamento» a quelle forze della coalizione che non raggiungeranno il 2% dei voti. Ma su chi saranno i candidati la decisione finale spetta agli alleati, si tiene alla larga il premier. È certo, comunque, che la lista della Mussolini sarà a pieno titolo in quelle della Cdl. Così come ci sarà il grosso dello storico movimento dei pensionati italiani, assicura Berlusconi. E ci sarà un programma che «sarà controfirmato dai leader della Cdl e dai rappresentanti di tutte le liste». Evitate sorprese, dunque? Nessun caso Ferrando-Caruso sotto il tetto della Casa delle Libertà? «La lista della signora Mussolini — ne è certo il premier — presenterà i candidati che saranno scelti dal suo movimento». Ma agli alleati la parola finale. Sotto i flash dei fotografi, i due sono a loro agio, il premier e la «signora» Mussolini. Lei in fondo che cosa chiede al riconosciuto leader, «attaccante» e «attaccato» della Cdl? Per esempio l'istituzione del ministero dell'Infanzia, impegni per il Sud e soprattutto lavoro. La signora aveva agitato un po' le acque intorno al mare tempestoso della legge Biagi. Berlusconi, ieri, per evitare che la cosa si trasformasse in ciò che la Tav e i Pacs rappresentano per il programma dell'Unione, ha detto subito come la pensa. «La legge Biagi ha dato risultati straordinari, ma può essere migliorata ed è perfettibile». In pratica, Berlusconi ieri non ha fatto altro che togliere terreno fertile sotto i piedi della polemica a rischio di strumentalizzazione da parte del centrosinistra: niente neofascisti, aperture sul programma, garanzia di democrazia; niente macchie né peccati. Nessuna ombra, neanche sul caso Mediaset: «L'unico processo di cui sono disposto a parlare è quello con Alessandra Mussolini e il mio processo di beatificazione». La conferenza volge al termine ma non le affettuosità tra i due: «Sono un sostenitore della necessità che Alessandra Mussolini si candidi e diventi capolista della sua lista». Con buona pace di tutti anche di chi ha fatto il buon gesto di fare un passo indietro. «La proposta politica di AS è condivisa dal governo», afferma nel pomeriggio Adriano Tilgher, di Alternativa Sociale. «Non abbiamo rinunciato a nulla del nostro patrimonio culturale, preferiamo i programmi alle persone», così il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore. Ma che cosa ne pensa Fini? La Mussolini, taglia corto: il mio punto di riferimento è Berlusconi.

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