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«Basta con il continuo oltraggio delle toghe»

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e si smetta di coinvolgere strumentalmente la magistratura nella campagna elettorale. Perché alla fine sul campo potrebbero restare solo «le macerie delle istituzioni di garanzia». È un allarme ma anche un appello «accorato» quello che l'Associazione Nazionale Magistrati lancia alle istituzioni, alle forze politiche e all'opinione pubblica. «Chiediamo con forza che la magistratura, che non appartiene a nessuna parte politica, sia tenuta fuori dalla campagna elettorale e che si parli, invece, dei problemi della giustizia e dei relativi programmi dei partiti - dice il presidente dell'Anm, Ciro Riviezzo -. Siamo preoccupati che una parte consistente del confronto elettorale si possa fare delegittimando la magistratura». La situazione è grave ma l'Anm non chiederà l'intervento del capo dello Stato: «Il presidente della Repubblica - spiega il segretario, Antonio Patrono - gode della più incondizionata stima da parte della magistratura. Qualsiasi pressione, appello tradirebbe questa fiducia». Sollecitati dai giornalisti i vertici dell'Anm parlano anche dell'ex procuratore di Milano Gerardo D'Ambrosio e delle candidature di magistrati alle prossime politiche: sono «scelte individuali», che non impegnano la magistratura (nessuna toga «rappresenta» la categoria) e su cui perciò «non abbiamo nulla da dire».

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