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Un solo sindacalista marcia a fianco degli operai

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Deve fare i conti con le contraddizioni di cui è capace, con i suoi tanti pesi e le sue tantissime misure, con le regole bizzarre che talvolta le appartengono. Quelle, ad esempio, che impediscono ai sindacati di sfilare in un corteo in difesa dei posti di lavoro. E mica a fianco dei colletti bianchi, ma di metalmeccanici, autotrasportatori, operai. Vedi tute bianche e tute verdi, giacche azzurre sporche d'olio e cappelli di lana anneriti da una lunga esposizione ai cantieri; vedi scarponi, gilet fluorescenti; ma in strada a Civitavecchia non vedi bandiere sindacali. Né ci sono gli striscioni stampati delle sigle confederali che guidano il corteo, ma lenzuola bianche per dire sì al lavoro, al carbone pulito, al distretto industriale, alla salute anche, allo sviluppo. Sarà per colpa di tutti questi sì che i maestri di scioperi e concertazione si sono tenuti lontani? Ti poni domande ardite e ti dai risposte sardoniche, quando lo sguardo intercetta una bandiera a righe bianche, verdi e rosse. Pare proprio una bandiera della Cisl, ti affidi alla memoria visiva e poi ti fai coraggio e chiedi: scusi, ma lei è sindacalista? «Sì della Flaei-Cisl». Si tratta quindi di un sindacato di categoria, precisamente degli elettrici. E chi parla è Enrico Gargano, esponente locale di questa sigla. Gargano è in compagnia di altre due persone, tutti e tre sfoggiano la tuta dell'Enel. «È vero, lavoriamo in centrale», rispondono ad una precisa domanda, cui ne segue un'altra. Perché siete qui, se questo è il corteo dei lavoratori delle imprese dell'indotto? «Il sindacato deve sempre stare al fianco dei lavoratori, soprattutto quando si tratta, come in questo caso, di battaglie per lo sviluppo ed il lavoro». Ma all'Enel oggi si lavora regolarmente. «Perché i sindacati non hanno indetto lo sciopero, tanto è vero che noi per partecipare al corteo abbiamo preso un giorno di ferie». Contraddizioni, appunto. Però anche una disamina chiara della situazione. «Il fronte sindacale non è unito, perché parte di esso è fortemente politicizzato - riconosce con amarezza Gargano - c'è qualcuno che risponde ad un padrone diverso, c'è chi cerca spazi di manovra tra gli operai solo per perseguire i propri interessi». La «piazza», quella dei lavoratori delle imprese locali, lo sa e non manca chi scandisce sporadici slogan contro il sindacato. Quasi alla fine del corteo, un operaio prende il megafono: invita alla calma, a considerare che il sindaco di Tarquinia è di centro-destra, che Marrazzo non va offeso e che i sindacati esistono per difendere i lavoratori. Ma viene zittito da salve di fischi, ululati ed anche dall'avanzare minaccioso di un gruppo di manifestanti. L'uomo si defila, negli occhi ha lo sguardo sconfitto dell'ultimo dei cavalieri romantici. Le truppe sindacali per oggi, a Civitavecchia, hanno ammainato bandiera.

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