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Il Cavaliere fa arrabbiare gli ex Dc

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Non è piaciuta la frase in cui si accusava il partito: «Nessuno infanghi la nostra storia»

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la polemica si scatena alla vigilia del Consiglio Nazionale di oggi in cui verrà presentato il nuovo simbolo e si discuterà di candidature. Secondo Silvio Berlusconi la Dc è stata sostenuta dal sistema di partecipazioni statali, di cui uno dei dirigenti era Romano Prodi. Parole, quelle pronunciate a Firenze da Berlusconi, che hanno disturbato in particola modo l'Udc, a cominciare dal segretario Lorenzo Cesa che lancia un altolà a Berlusconi: «non permettiamo che sia infangata» la storia della Dc. Ma gli uomini di Forza Italia negano ogni intento critico verso la «balena bianca» da parte di Berlusconi. A dare la stura al disagio dei centristi è Bruno Tabacci. «Non so esattamente a che cosa si riferisca il presidente del Consiglio quando tira in ballo la Dc, e parla di abuso di ufficio e di amnistie», dice Tabacci che sottolinea: «La Democrazia cristiana i conti con la propria storia li ha già pagati, abbondantemente. Come dimostra anche tutta la vicenda del nostro tesoriere di quegli anni». Anche più netto è Cesa, che replica con parole dure alle considerazioni del premier. «Una cosa è che Berlusconi attacchi Prodi per le cose che ha fatto, altra è attaccare la Dc: noi dell'Udc non abbiamo mai permesso che la storia della Dc venga macchiata d'infamia». La Dc, sostiene Cesa, «ha garantito 50 anni di pace, democrazia, sviluppo economico, portando l'Italia a essere la quinta potenza mondiale, aiutando le fasce medie e deboli della popolazione e ha avuto meriti storici che nessuno può liquidare, nemmeno Berlusconi». Il ministro ai Beni culturali Rocco Buttiglione difende anche l'esperienza delle partecipazioni statali. «Sono state un elemento fondamentale per lo sviluppo economico del paese. Un sistema smantellato frettolosamente in favore delle molte privatizzazioni», da cui è nato «un potere malsano» che «ha creato corruzione». Forza Italia fa quadrato intorno al premier. «Polemica priva di fondamento, la questione sollevata riguarda le responsabilità di Prodi e non la storia delle Dc», taglia corto Sandro Bondi, coordinatore degli azzurri. Della Dc, spiega il coordinatore azzurro, «Berlusconi ha sempre difeso la dignità e i meriti storici e di governo».

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