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Craxi: no all'intesa con la «Rosa nel pugno»

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Ne è convinto il segretario del Nuovo Psi Bobo Craxi che, in una nota, sostiene che «bisogna continuare a battersi perchè la "Rosa nel Pugno" trovi, nelle istituzioni parlamentari e, un domani, al governo, la giusta collocazione». Daniele Capezzone - pensa l'esponente socialista - ha svolto, nel corso dei lavori della Direzione dei Radicali italiani, delle considerazioni molto appropriate, di cui «non posso che ringraziare». «Tuttavia, ritengo che un'alleanza elettorale, in questo momento, appaia non utile né a loro, né a noi - insiste - E che i socialisti italiani, in una più ampia convergenza, debbano lavorare per una lista capace di promuovere la cultura politica del socialismo liberale, di cui si è smarrito il senso e di cui si è profondamente palesato il vuoto nella sinistra italiana. La nuova legge elettorale proporzionale sembra tutelare maggiormente le distinte identità politiche. Ed io credo che essa possa esaltare sia quella radicale, sia quella socialista». «Con il Nuovo Psi ed un simbolo socialista aperto e disponibile all'unità di tutti, noi possiamo porci l'obiettivo minimo del due per cento - afferma ancora Craxi - Ci siamo liberati da chi impediva il traguardo di una ricostruzione a sinistra di un partito socialista, creando danni e ritardi ad una prospettiva in verità totalmente logica». «Dunque, proprio in un momento come questo, penso che la presenza di una forza che sappia far rivivere con intelligenza, senza inutili e pervicaci nostalgie, le ragioni e le intuizioni del craxismo rinnovate ed adattate ai tempi attuali, sia utile per la sinistra nel suo insieme e per una politica che deve riuscire a ritrovare una grande tradizione pronta a cambiare molte cose nel nostro Paese». «Si tratta, infatti - aggiunge Bobo Craxi - nel far riferimento alle parole inascoltate di Bettino Craxi del 1992, di cogliere gli aspetti essenziali di una fase di crisi e di ampia e necessaria revisione e riqualificazione dei rapporti fra economia e politica, che investono il nostro sistema di consenso nel suo complesso in Italia come in altre democrazie occidentali nelle quali è emerso un analogo problema, sia che si parli del caso tedesco, sia del caso francese o di quanto avvenuto negli Stati Uniti».

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