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E i dirigenti Ds adesso voltano le spalle al manager

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I dirigenti della Quercia si mostrano tranquilli, ma in tutti c'è la consapevolezza del danno di immagine inferto al principale partito del centrosinistra da tutta la vicenda delle scalate bancarie. Quella che più volte al Botteghino è stata definita la «campagna mediatica volta ad attaccarci» non sorprende più: rispetto a luglio non c'è nulla di nuovo, è il ragionamento dei diessini, e da certi ambienti non viene digerita l'idea che la cooperazione possa scalare una banca e che possa affacciarsi nel cortile dell'alta finanza. Il Corsera, ripetono esponenti della Quercia, si è fatto interprete di questo sentire e di questa battaglia. Il secondo aspetto, quello più politico, è che la Margherita vuole cambiare i rapporti di forza nella coalizione e quindi cavalca l'onda. Più complessa, invece, l'analisi del caso-Consorte, dal quale il partito sembra volere prendere le distanze ogni giorno di più. «Finalmente - ammette con sollievo un dirigente nazionale - si è aperta una riflessione nella Legacoop. Se ci sono state irregolarità dei singoli, è il mondo delle Coop che si deve interrogare». Vannino Chiti, coordinatore della segreteria della Quercia, non fa sconti: «Spero che Consorte dimostri la liceità dei suoi comportamenti. Ma comportamenti che vedono operazioni blindate in borsa, operazioni di consulenze, affidi bancari senza garanzie, non sono compatibili con il modo di essere di un dirigente d'impresa in un paese normale e moderno, tanto più se questa è un'impresa cooperativa». Se tra i peones c'è chi si mostra «sconcertato per l'eccessiva intimità» del tesoriere Ugo Sposetti con Consorte, c'è altrettanta preoccupazione per le difficoltà in cui si troveranno quei dirigenti che hanno avuto relazioni con il presidente di Unipol.

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