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«Lasciatemi fare il nonno». «Ho perso l'aereo»

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L'enorme albero argento e blu che domina il cortile di Montecitorio è stato riacceso in fretta e furia per l'occasione. Nel Transatlantico appena tiepido, il ministro Rocco Buttiglione parla fitto fitto al telefonino e poi si concede un caffè. Non si è precipitato qui dalle vacanze sulla neve o da un viaggio nei paesi caldi. Ha fatto di più: ha interrotto per una giornata intera il suo lavoro di papà di papà «natalizio». «In questi giorni ho fatto il nonno full time, anche ieri sono andato al cinema a vedere "Le cronache di Narnia" con i nipotini... Mi è piaciuto molto... Ed ora, beh, bisognava essere presenti oggi, è nostro dovere». Alle 9,30 la Camera è quasi deserta. La seduta straordinaria per la discussione su amnistia e indulto stenta a decollare. Panettoni, cenoni e serate in famiglia pesano sui riflessi stanchi di deputati, capigruppo, ministri (tre) e sottosegretari (pochissimi) presenti. Chi arriva trafelato e assonnato si precipita nella buvette per un cappuccino al volo. Giorgio La Malfa e Giorgio Benvenuto confabulano per mezz'ora e poi spariscono. Si parla di circa 80 presenti verso le 10,45 e Vittorio Sgarbi è fra questi: «Camera deserta? C'è fin troppa gente... Io stavo a Roma, ma c'è chi si è mosso dal Nord e c'è la neve, mica è uno scherzo venir giù». Dopo Enrico Boselli in aula intervengono Anna Finocchiaro e Luciano Violante. La leghista Carolina Lussana arriva di corsa, con passo sicuro, è elegantissima in tailleur pantalone nero postfestivo. Si è svegliata alle 5 a Bergamo, sotto la neve, e alle 7,30 ha preso il suo aereo per Roma. «Io non ho firmato - spiega -, noi della Lega siamo contrarissimi, ma sono qui per rispetto delle istituzioni... Certo, è una seduta inutile che dà false speranze ai detenuti, ma sono qui e quasi puntuale». Il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio è appena giunto in macchina da Salerno, dove c'era il sole, ed ha dovuto spostare una riunione di famiglia programmata da tempo. Ha gli occhi rossi e lucidi dalla stanchezza, Erminia Mazzoni dell'Udc che in aula ha bacchettato tutti i colleghi che sono rimasti a casa o nei luoghi di vacanza. Lei infatti s'è alzata all'alba per arrivare puntale da Benevento dove ha lasciato la sua famiglia. Scuote la testa: «Per essere più presenti bastava organizzarsi, noi, nel nostro gruppo eravamo allertati in tale senso e ci siamo organizzati...». Il diessino Luciano Violante in giacca di velluto nero e collo alto fumo di Londra non ha dubbi: «Era importante esserci...». E la rappresentanza diessina è corposa, prima sono in 28 e a fine mattinata in 35, ma mancano tanti pezzi da '90. Poco lontano si fanno gli auguri in ritardo Sandro Curzi, Antonello Falomi (Ds) e Franco Giordano (Rifondazione), che ha rimandato a domani la partenza per le vacanze. Giorgio Lainati (Fi) e l'ex ministro Maurizio Gasparri (An) arrivano di buon'ora. Abitano a Roma entrambi, ma «tengono famiglia» pure loro. E sono in Aula. La lista degli assenti «eccellenti», invece comincia a girare tra i giornalisti. Tra quei 205 che hanno firmato, più della metà sono rimasti sotto le coltri, sugli ski o sulle spiagge caraibiche, chissà. Si parla tra gli altri di firmatari doc, come Katia Belillo, Enzo e Gerardo Bianco, Rosi Bindi, Bobo Craxi, Oliviero Diliberto, Livia Turco, Gianclaudio Bressa... I nomi vengono sottolineati con la penna rossa. Si fa una sorta di appello. E Franco Grillini (Ds) fornisce la sua «lista» personale, ma poi si blocca: «Ma io non ci vedo mica tanto bene. Potrei sbagliarmi». Il presidente della Camera Pierferdinando Casini esce per un caffè e passa a salutare. «Ma lei dov'era presidente? A Roma?». Risposta un po' seccata: «No». Qualcuno archivia per un attimo il tema del giorno amnistia/indulto e pensa al Capodanno, in famiglia o sulla neve. Quella stessa neve che si rivela il principale ostacolo ad una discussione parlamentare veramente fattiva sui temi all'ordine del giorno. In molti i

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