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E Della Valle ora vuole licenziare il Cav

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Il patron di Tod's attacca: «Basta foglietti». La replica: «Demagogico, dici sciocchezze»

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Diego della Valle scende in campo e bacchetta il premier. Il duro botta e risposta fra i due si è svolto durante la trasmissione Porta a Porta di ieri sera. «Non abbiamo bisogno di foglietti», ha affermato l'inventore delle Tod's, riferendosi ai depliant predisposti dal presidente del Consiglio per la campagna elettorale. «Non abbiamo bisogno di campagne dove qualcuno gira con dei foglietti e pensa che siamo tutti degli analfabeti - ha rincarato - gli italiani non sono degli analfabeti e se tu per un attimo chiudi gli occhi e pensi ad una famiglia di gente normale, non gli possiamo ripresentare un foglietto e dire che domani tutto andrà bene. Sarei più contento, come cittadino, che tu venissi a dire alcune cose le abbiamo potute fare, altre no. Se tu dici che non hai sbagliato nessuna cosa, in 50 milioni di case sorridono, perché in ogni casa almeno una cosa l'hai sbagliata». Parole che non hanno certo lasciato indifferente che, prima ha attaccato Della Valle bollandolo di «demagogia», e poi ha replicato. «Sono imbarazzato dal modo con cui tu imposti le questioni. Io non porto un foglietto, ho parlato di 730 provvedimenti fatti da questo governo. Tutti gli impegni a cui noi ci siamo obbligati con il contratto con gli italiani, in questa sede sono stati da noi mantenuti. La faciloneria con cui il signor Della Valle ha presentato il problema, lui che ha responsabilità di operai e che è un imprenditore, mi stupisce. Il signor Della Valle se volesse venire a fare un contraddittorio con me, ne uscirebbe con le ossa rotte». «Stiamo parlando», ha replicato Della Valle. «Stiamo dicendo sciocchezze, non io, per la verità», è stata la controreplica di Berlusconi. Insomma i due non si sono certo risparmiati i colpi e così, tra le righe, è uscito fuori anche un riferimento al Corriere della Sera (nel quale patto di sindacato siede Della Valle) e che proprio ieri mattina aveva bacchettato il governo sulla vicenda Fazio. «Il Corriere ha attaccato il governo e noi abbiamo risposto», ha affermato il premier. «Dobbiamo far parlare la stampa e poi rispondere con i fatti - ha replicato Della Valle - non dobbiamo criminalizzare un giornale quando nella più grande libertà senza pressioni di proprietà fa il suo dovere. Questo fa male alla democrazia». Il terso round, i due, lo hanno giocato verso la conclusione della trasmissione. «Non c'è nulla, Silvio, di personale - si è quasi giustificato Della Valle -. A me non dispiace sentire parlare di politica gente preparata e di qualità come Fini, Casini, Alemanno e Tremonti, gente che quando uno la ascolta può essere d'accordo o no, ma sono persone di grande qualità. Quello che ti volevo dire, e scusami se insisto nel darti questo consiglio, è che devi prendere atto che la gente oggi ha dei problemi veri». Alla fine Bruno Vespa ha fatto entrare in studio un panettone, dono simbolico del premier, ma neanche a quel punto la polemica si è sopita. «Bisogna mandarne uno a tutti i pensionati» è stato il commento di Della Valle. «Per quanto riguarda i pensionati -ha concluso il premier - stia tranquillo il dottor Della Valle: il presidente del Consiglio ai pensionati che conosce e a quelli che non conosce pensa di proprio in molte direzioni».

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