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Regioni, i presidenti perdono consensi

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Cala l'appeal dei «vincitori» del centrosinistra. In controtendenza Piero Marrazzo con +3,8%

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Calano i consensi nei confronti dei governatori che hanno vinto le elezioni con alcune eccezioni, tra cui il presidente del Lazio Marrazzo, che sale anche se di poco. Per i governatori dell'Unione, dopo la vittoria che fece gridare al miracolo Prodi e i suoi alleati, il risveglio è decisamente brusco, a distanza di alcuni mesi. Dei 14 governatori di centrosinistra, sei soltanto guadagnano consensi; otto ne perdono. Come perdono nel centrodestra anche Formigoni, Galan e Cuffaro. Ma per coloro che si sono proclamati vincitori delle amministrative, la perdita di consenso diventa più cocente. I dati vengono fuori dal sondaggio dell'Ipr Marketing commissionato dal Sole 24 ore ed effettuato dal primo ottobre al 15 novembre 2005 in tutta Italia con interviste telefoniche con l'ausilio del sistema Cati (sono stati sentiti 5000 elettori per ogni regione, disaggregati per sesso, età e area di residenza). Secondo tale indagine (alla quale hanno risposto il 93% del campione in media, con una percentuale di indecisi del 26%) sulle amministrazioni locali, quindi, la maggior parte dei governatori di centrosinistra oggi potrebbe rapidamente perdere altre posizioni e magari scivolare sotto il 50%. «Se domani ci fossero le elezioni per eleggere il presidente della Regione, lei voterebbe a favore o contro l'attuale presidente della Regione?», è la domanda posta nel sondaggio a tutti i cittadini intervistati e molti di loro hanno voluto esprimere un certo scontento nei confronti delle amministrazioni gestite dai «vincitori». Questo perché la maggioranza di questi governatori a quanto pare, ha perso nel corso di questi mesi quel consenso, quell'appeal, che li aveva portati alla vittoria, mentre chi invece è riuscito a migliorare è soltanto una minoranza. Sei presidenti delle Regioni su quattordici hanno infatti avuto un aumento di gradimento mentre la maggioranza ha deluso una parte dei suoi cittadini elettori. Gestione sbagliata degli enti locali? Promesse non mantenute? Tutto fa pensare ad un rapido calo di fiducia verso gli amministratori dell'Unione. Un dato importante, anche se per adesso non determinante ai fini del prossimo risultato elettorale. Perché il ridimensionamento del successo dei governatori, potrebbe diventare un segnale, una spia luminosa sull'andamento del gradimento dell'Unione in generale anche in vista delle elezioni politiche. Ma chi sono i governatori del centrosinistra che vedono calare la loro popolarità? A quanto dicono i dati della Ipr Marketing i cittadini della Basilicata stimano un po' meno Vito De Filippo che passa dal 67,0% del consenso del giorno dell'elezione al 58,8% con un calo del 8,2%. In ribasso decisamente significativo anche Antonio Bassolino, che in Campania passa dal 61,6 % all'attuale 54% con la perdita del 7,6%. Perde il 7,2% netto e passa dal 57,7% al 50,5 anche Gian Marco Spacca, governatore delle Marche, seguito da Maria Rita Lorenzetti, che perde il 5,5% e passa dal 63% al 57,5 in Umbria. Meno apprezzato anche Vasco Errani, presidente della rossa regione Emilia Romagna che dal 62,7% scende al 60,3% e perde quindi il 2,4% del consenso. Giù anche Ottaviano Del Turco, che in Abruzzo passa dal 58,1% al 55,1% e perde il 3%. In perdita anche il governatore della Toscana Claudio Martini, altra regione fedelissima del centrosinistra, che dal 57,4% passa al 54,9%, con una perdita dal 2,5%. Va giù dell'1,6% anche Riccardo Illy del Friuli Venezia Giulia che passa dal 53,2% al 51,6%. Se a perdere consenso sono in tanti, in pochi lo guadagnano, come Renato Soru, governatore della Sardegna che dal 50,1% arriva al 51,1%. Recupera Claudio Burlando, con un più 0,7% in Liguria. A questo punto sembra un successo, il 2,3% in più di Niki Vendola, che in Puglia dopo l'exploit dell'elezione-evento, ora tocca il 52,1%. Degni di nota a questo punto in questa discesa generale i risultati di Mercedes Bresso, governatore del Piemonte che ha trattato ultimamente sulla Tav, che dal 50,9% passa al 55,4% con il 4,5% in p

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