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«Con Fini e Casini nessuno sgambetto»

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Berlusconi smorza le polemiche sulla campagna per le politiche. «Con tre punte assist straordinari»

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Berlusconi mette un punto alle polemiche di questi giorni sugli effetti della strategia del «tridente» per la campagna elettorale con lui, Fini e Casini in campo. Berlusconi è convinto che con tre punte in campo non ci saranno scontri all'interno della Cdl, «non ci saranno goal nella rete della coalizione perchè basterà passarsi la palla e restare uniti». Come regalo di Natale dalla maggioranza, il presidente del Consiglio si attende di «stare tutti insieme appassionatamente». Il premier poi fa capire di non aver abbandonato l'idea di modificare la legge sulla par condicio anche se ha avuto uno stop esplicito dal presidente della Camera Casini. Il tema semmai è stato rinviato. «Prima bisogna varare la riforma elettorale e poi eventualmente affrontare con tranquillità insieme ai partner di centrodestra il problema di come modificare l'atuale legge sulla comunicazione politica in tv». Berlusconi che nel week end è rimasto nella Capitale per seguire gli ultimi sviluppi della vicenda Tav in Val di Susa, si è detto fiducioso sull'esito elettorale e convinto che «la gente sta ancora con il centrodestra». Poi ha raccontato di aver verificato da vicino l'entusiasmo della gente verso la Cdl quando, durante una pausa di lavoro, si è concesso una passeggiata al centro di Roma nell'ora di punta dello shopping natalizio. «Nel vedere quello che è successo a via Condotti e a via del Corso, quante persone c'erano ad aspettarmi fuori dai neozi, sembra che il 95% degli italiani sia con noi. Ho visto tanto entusiasmo». E poi: «Se gli elettori vogliono, come ho fatto adesso, che continui a lavorare 15 ore al giorno, tutti i giorni, io lavoro». Ma il premier ha anche affrontato i nodi della candidature a sindaco a Roma e a Napoli. Per Palazzo San Giacomo conferma che correrà il magistrato Arcibaldo Miller, attualmente in forza all'Ispettorato del ministero della Giustizia. Quanto al Campidoglio chiede agli alleati di trovare uno sfidante unico per Veltroni da scegliere tra Alemanno e Baccini. Ma il premier non intende porre degli ultimatum. «Nessun diktat, aspettiamo che trovino un accordo». Alle parole di Berlusconi sono seguite quelle del senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri che ha smentito l'ipotesi di un ritiro del premier dalla scena politica in caso di sconfitta elettorale. «Faremo una grande opposizione perchè ormai siamo e restiamo in politica», ha ribadito Dell'Utri che non crede ad una resa dei conti in Forza Italia in caso di una sconfitta della maggioranza. «Nessuna resa dei conti, è una brutta espressione. Ci saranno, comunque, dei cambiamenti». Dell'Utri ha anche risposto alle accuse dell'opposizione secondo cui il premier nella legislatura ha fatto leggi «ad personam». «Berlusconi non pensa a quello che conviene a lui ma a quello che conviene agli italiani. Se i suoi interessi li ha fatti questo è avvenuto nell'ambito degli interessi degli italiani». La strategia delle tre punte ha scatenato le critiche della sinistra. «Berlusconi fa il gioco delle tre carte, altro che tre punte» afferma ironico il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. «Il premier nasconde che la sua leadership è finita e cerca di camuffare la crisi della Cdl». Gli fa eco il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. «Altro che tridente: la verità è che Berlusconi è stato sonoramente sfiduciato dai suoi stessi alleati».

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