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L'occupazione sale più che in Europa

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È quanto sottolinea Il Rapporto Isfol 2005 presentato ieri, spiegando che nel 2004 l'Italia — nonostante una crescita degli occupati dello 0,8% (+0,5% nella media Ue) — ha raggiunto un tasso di occupazione del 57,4% (in calo dello 0,1% rispetto al 2003) e un tasso di attività del 62,5%. In particolare l'Isfol segnala come siano più bassi rispetto alla media europea soprattutto le percentuali di occupazione giovanile, femminile e della popolazione anziana, mentre restano in media le fasce centrali di età. Tra i giovani, il tasso di occupazione in Italia è del 57,4% (-0,1% sul 2003) a fronte del 64,7% dell'Europa a 15 (+0,4%) e del 63,3% dell'Europa a 25 (+0,4%). Tra le donne si registra un divario di oltre 10 punti, con le italiane occupate per il 45,2% nella fascia tra i 15 e i 64 anni (+0,1%) a fronte del 56,8% dell'Europa a 15 (+0,8%) e del 55,7% dell'Europa a 25 (+0,7%). L'Istituto segnala come in questi anni una strada molto utile per entrare nel mercato del lavoro sia stata quella del contratto a termine con la riduzione netta delle persone che restano disoccupate dopo un impiego temporaneo: se, infatti, dieci anni fa 26 disoccupati su 100 restavano inattivi o disoccupati al termine dell'esperienza di lavoro, oggi questo numero si è dimezzato e restano a casa solo 13 lavoratori ogni 100 ai quali scade il contratto a termine. C'è da rilevare, aggiunge l'Isfol, che è anche aumentato il livello di istruzione della forza lavoro: nel 2004, i possessori di un titolo di scuola secondaria superiore era pari al 56,4%, contro il 35,1% del 1991. Seppure in calo, restano però ancora molti, oltre un milione, i giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno una bassa qualificazione scolastica (al massimo la licenza media): il 23,5% contro una media europea del 15,9%.

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