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«Ora vogliamo il federalismo fiscale»

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Se la devolution non fosse stata attuata sarebbe caduto il governo e finita la Cdl. Adesso, invece, c'è la possibilità di un nuovo contratto per la prossima legislatura, che va rinegoziato ex novo». Così il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ha sintetizzato la posizione della Lega, pochi giorni dopo l'approvazione definitiva al Senato della devolution e nel giorno della seconda giornata della scuola politica federale della Lega Nord, che si svolge, come tradizione di queste riunioni, a porte chiuse. Ai lavori di questa sessione, dedicata ai leghisti del nord-ovest, hanno preso parte circa 400 tra amministratori e dirigenti del Carroccio. Maroni ha annunciato quelli che saranno i più immediati programmi della Lega in vista della campagna elettorale, annunciando che è possibile una nuova edizione della Cdl, a determinate condizioni. «Noi faremo una Lorenzago padana — ha aggiunto Maroni — per definire la piattaforma da negoziare con il Polo, ovvero con il tridente Berlusconi-Fini-Casini». E a questo punto il ministro del Welfare, appassionato di calcio, ha fatto un paragone di tipo calcistico: «Diciamo il tridente perché non si può giocare con quattro punte e noi della Lega siamo pronti a fare da ispiratori dietro le tre punte, così da trasformare il Polo nella nuova Casa delle Libertà. Qui a Sestri Levante abbiamo cominciato a parlare delle nostre proposte, e abbiamo analizzato quello che in questa legislatura è stato fatto e quello che non è stato fatto e perché. Siamo soddisfatti per l'adempimento del contratto, ora occorre scrivere un nuovo accordo, ma il capitolo sulla Padania lo vogliamo scrivere noi. Perché è possibile un modello sul tipo della Germania ovvero il Polo con i partiti nazionali più noi che siamo il partito territoriale sul modello Cdu-Csu. Questa legge elettorale facilita questa prospettiva. L'orientamento è questo». E ancora: «Da qui a metà febbraio la Lega sarà impegnata nella realizzazione della nuova piattaforma, poi prenderemo una decisione. Noi speriamo in una riedizione della Cdl. Penso che convenga a tutti, anche al Polo, rinnovare l'accordo. Certamente noi abbiamo l'interesse a fare l'accordo ma non possiamo aspettare altre cinque legislature per completare la riforma fiscale, cioè la sua parte più importante, il federalismo fiscale che io preferisco chiamare fisco federale». Quindi Maroni ha spiegato che sarà il ministro delle Riforme Roberto Calderoli a coordinare il tavolo leghista che stenderà la piattaforma in vista dell'accordo elettorale. Rispondendo a una domanda di un giornalista che gli ha chiesto se c'è la possibilità di un accordo con il centrosinistra nel caso non andasse in porto quello con il Polo, Maroni ha risposto ridendo: «Con Prodi? Che tristezza... L'alternativa che vedo è solo che la Lega vada da sola visto quello che il centrosinistra ha detto sulla devolution». «Noi le elezioni le vinceremo — ha concluso Maroni — e l'apporto che la Lega darà alla coalizione sarà in grado di compensare l'annunciato calo di Forza Italia. Dai segnali che sentiamo in giro, credo che ci sarà una prestazione elettorale molto brillante per la Lega». Alla seconda giornata dei lavori è intervenuto anche Umberto Bossi che è tornato a parlare della devolution: «Adesso cerchiamo di far approvare il referendum — ha spiegato — poi c'è da preparare le elezioni politiche e lì si deciderà come migliorare il federalismo». Ma il federalismo fiscale è la condizione per l'accordo? «Non è una condizione per l'accordo — ha replicato il segretario della Lega — quando si deve scrivere un programma elettorale ognuno viene con le sue idee. Noi adesso metteremo giù le nostre e le porteremo e poi bisogna trovare anche la sensibilità degli altri».

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