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Il governo dà aiuti e incassa lo sciopero

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I sindacati vogliono decidere come fare la Manovra. Venerdì stop generale. È la sesta volta contro il premier

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L'obiettivo del ministro dell'Economia Giulio Tremonti è di arrivare all'appuntamento con la Commissione Ue prima del'Ecofin, agli inizi di dicembre, con una Manovra che conserva i pilastri fondamentali in modo da evitare il cartellino giallo di Bruxelles. Tant'è che le misure a favore dello sviluppo previste dall'Agenda di Lisbona potrebbero saltare e i 3-4 miliardi del gettito delle dismissioni immobiliari andrebbero a ripianare il debito. Tra le righe Tremonti lo ha fatto capire sottolineando che è una strada indicata anche dalla Commissione Ue. L'iter della Finanziaria alla Camera inizierà martedì mattina in Commissione Bilancio. Questa avrà tempo per licenziarla fino all'8 dicembre. Poi l'approdo in aula, dove dovrebbe arrivare il maxiemendamento del Governo con le modifiche decise dalla maggioranza. Intanto mercoledì la fiducia sarà posta sul decreto fiscale collegato. È probabile che lo stesso giorno ci sia una riunione di maggioranza per mettere a punto il maxiemendamento per rimpolpare la Manovra. Tra le novità l'estensione al 2006 del bonus bebè ma solo per i secondi nati e sacrificando i 160 euro per i nati nel 2003 e il condono agricolo. Da sciogliere anche il nodo dei tagli alle spese degli enti locali su cui si è espressa anche la Corte Costituzionale. Una sentenza della Consulta boccia come incostituzionale l'indicazione dei settori dove agire con i tagli (auto blu, consulenze, convegni) perchè questo interferisce nell'autonomia degli enti locali. Nonostante questi nuovi provvedimenti e il pacchetto famiglia che arriva alla Camera e i soldi per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, il sindacato prosegue dritto verso lo sciopero di venerdì prossimo. È il sesto contro il governo Berlusconi. Lo stop sarà in quasi tutti i comparti di quattro ore mentre nel pubblico impiego si sta discutendo se confermare o meno l'intera giornata. «Se lo sono voluto loro», tuona il leader della Cisl, Savino Pezzotta accusando il governo che «ha avuto due mesi di tempo per aprire un confronto con le forze sociali ma non lo ha fatto». Pezzotta non crede alla possibilità di riattivare il dialogo. «È possibile solo se i margini di confronto sono ampi e le nostre due priorità sono irrinunciabili. Sono la fiscalità di vantaggio per il Sud e il fondo per gli anzini non autosufficienti». An e Forza Italia accusano i sindacati di fare politica. Di fiducia si parla anche per la legge sul risparmio. La prossima settimana potrebbe esserci un confronto nella maggioranza per decidere come procedere. Anche in questo caso il governo è intenzionato a chiudere in fretta. Ma vediamo le novità che si profilano per la Finanziaria. Dovrebbero essere confermati i 100 milioni per le famiglie con disabili a carico, gli altri 100 per le agevolazioni alle giovani coppie che acquistano al prima casa e le risorse per lo sconto ai genitori che mandano i propri figli agli asili nido privati. Accantonata definitivamente l'ipotesi di un concordato fiscale (per Tremonti non è necessario ai fini del bilancio), restano invece intatte le chance per il condono previdenziale dei lavoratori agricoli fortemente voluto da Alleanza Nazionale e sponsorizzato da Forza Italia e dall'Udc mentre la Lega sarebbe restia. Il problema sarà convincere il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che in questa Finanziaria non vuole assolutamente sentir parlare di sanatorie, anche se di modesta entità. In Finanziaria potranno anche essere recuperati alcuni emendamenti presentati al decreto fiscale che invece passerà così com'è uscito al Senato. Infine, entrerà quasi certamente in Finanziaria il cosiddetto decreto salva-punti, come annunciato dal ministro Pietro Lunardi. L.D.P.

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