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La Pivetti contro Santoro: «È poco serio»

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Irene Pivetti — che ieri ha presentato il suo nuovo programma «Liberitutti - Le voci degli italiani», il programma con cui da venerdì torna al talk show, su Retequattro, in seconda serata — non è affatto tenera con Michele Santoro che, dopo essersi dimesso dal suo incarico di europarlamentare, ha annunciato che il suo ritorno in Rai «è una questione di 24-48 ore». Per la Pivetti la decisione di Santoro «non è seria». «Non si può andare in Parlamento e poi lasciare l'incarico — prosegue — perché ha scoperto che non è il Bengodi che pensava. Lilli Gruber invece sta facendo la sua brava parte. Non è una questione politica, visto che sta dalla stessa identica parte di Santoro. Posso non condividere alcune delle sue idee, ma la Gruber sta lavorando in modo serio. Mi dispiace, ma non si può dire la stessa cosa di Santoro». Parole non certo tenere sono arrivate anche sul tema delle quote rose, che l'ex presidente della Camera considera «il metadone della rappresentanza». A margine della presentazione del programma, l'ex presidente della Camera ribadisce di essere «sempre stata contraria alle quote rosa, anche se — ammette — a volte sono un male necessario». Pivetti spiega che le quote rosa «visto che non presuppongono nessuna stima nei confronti delle donne, ma sono solo un dovere, sono il metadone della rappresentanza. Nel senso che non risolvono il problema, lo rendono solo meno dannoso». E a chi le chiede un commento sulle lacrime versate in Transatlantico dal ministro delle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo dopo la bocciatura degli emendamenti, sia di maggioranza sia di minoranza in Aula, risponde: «Le donne magari scaricano la tensione piangendo, i maschi trattando qualcuno a pesci in faccia. Io sinceramente preferisco lei che piange a uno che diventa cafone. Penso che bisognerebbe sdoganare socialmente le lacrime». Venerdì, dunque, la rivedremo alla conduzione di «Liberitutti», che si batterà con Matrix, Tv7 e Markette. Il programma doveva partire un mese fa: «Abbiamo cambiato l'impostazione — spiega — Doveva essere un programma tutto politico, cosa che mi allettava molto. Ma poi abbiamo pensato che si rischiava di fare il pieno di politica. E poi ci siamo chiesti, perché privarci di tutto il resto?». Ogni puntata avrà uno o più temi, con molti servizi filmati e ospiti in studio, con un pubblico di 200 persone. «Ma mi piacerebbe avere di fronte un'arena di 20 mila persone», confessa la combattiva Irene. Si parte con il tema delle adozioni e uno dei servizi sarà dedicato alle storie, alcune delle quali sorprendenti, di personaggi famosi adottati come George Weah, John Lennon, Marylin Monroe, Bill Clinton, Nancy Reagan e Priscilla Presley.

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