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«La pillola del giorno dopo è un omicidio»

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Ieri mattina, infatti, era stato il Pontefice, con un messaggio inviato alla cerimonia in ricordo della visita avvenuta tre anni fa di Papa Giovanni Paolo II alla Camera, a sottolineare come «la Chiesa in Italia e in ogni paese» non intenda «rivendicare per sé alcun privilegio ma adempiere alla propria missione in legittimo rispetto della laicità dello Stato», una laicità - ha scritto il Papa - che «se bene intesa non è in contrasto con il messaggio cristiano, ma anzi vi è debitrice». E poche ore dopo, a metà pomeriggio, è stato il cardinale Camillo Ruini a riprendere le parole del Papa e a sottolineare, durante la cinquantacinquesima Assemblea generale della Cei di Assisi (14-18 novembre) che è da quando è stato eletto Papa che Ratzinger parla dell'ipocrisia contenuta nei tentativi di bandire Dio dalla vita pubblica. Ruini si è appellato a Benedetto XVI per ricordare, con forza, come la Chiesa sia «consapevole di dover essere fattore di unità e non di divisione dell'Italia» e, inoltre, come l'impegno aperto e concreto che essa mette a favore della persona umana, non rappresenti «una violazione della laicità della nostra Repubblica, ma piuttosto un contributo, offerto alla libertà di ciascuno, per il suo bene autentico. Una Chiesa che tacesse su questi temi per salvaguardare i propri pur legittimi interessi istituzionali — ha detto — non farebbe invero molto onore né a se stessa né all'Italia». E allora eccoli, per bocca del 74enne cardinale a capo dei vescovi italiani, i contributi che la Chiesa intende dare, senza tacere, al Paese. Primo. L'aborto. Esso — ha detto Ruini — «rimane una forma di soppressione di una vita umana innocente». Il cardinale ha stigmatizzato come negativo l'evento «che viene dalla corsa, in atto in alcune regioni, ad introdurre l'uso della pillola abortiva RU-486». Secondo lui, in questo modo, altro non si compie se non effettuare un ulteriore passo in avanti nel percorso che tende a non far percepire la reale natura dell'aborto. Esiste un piccolo segno di speranza? Ruini lo ravvisa soltanto in un leggero incremento del tasso di natalità che si registra costantemente nel nostro Paese. Secondo. Il sostegno alle famiglie. Ruini ha giudicato positivamente gli aiuti contenuti nella Finanziaria per i nuovi nati, come anche per le giovani coppie che acquistano casa e per le famiglie che mandano i figli negli asili nido. Tuttavia, ha detto, «si rimane nell'ambito di cifre che non consentono di impostare una politica familiare capace di incidere seriamente sull'andamento demografico». Al proposito, significative rimangono per il presidente della Cei le parole pronunciate da Benedetto XVI lo scorso 2 novembre: «Senza figli — disse il Papa — non c'è futuro». Terzo. Le fasce più povere della popolazione. Se la Finanziaria ha l'obiettivo di contenere la spesa pubblica, tale obiettivo deve essere perseguito «senza che vengano ulteriormente colpite le fasce più povere della popolazione», e senza che si verifichino «ulteriori decurtazioni» dei fondi destinati alla cooperazione internazionale. Quarto. Mafia. All'indomani dell'omicidio di Francesco Fortugno, «si è alzata forte la voce della Chiesa» e si è intensificato l'impegno dello Stato per contrastare questo gravissimo e purtroppo assai radicato fenomeno. Tuttavia, ha detto il cardinale, tutto il Mezzogiorno deve essere sostenuto economicamente perché esso sia messo «in condizioni di minore svantaggio rispetto alle altre aree del Paese». Per Ruini, infatti, non si può sconfiggere la mafia senza sviluppo economico. Quinto. Il problema della droga. Essa rappresenta «un grande motivo di preoccupazione», soprattutto a causa del «rapido diffondersi del consumo della cocaina, droga devastatrice anche se presentata come piacevole stimolante». Sulla droga, «l'Italia rimane pesantemente esposta, anche e sempre più per quanto riguarda i giovanissimi, con enormi sofferenze di tante famiglie. Si impone — ha detto Ruini — un deciso incremento dell'attenzione e degli sforzi, sul triplice fronte della prevenzione

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