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«I rialzi dei tassi di interesse vanificano la ripresa»

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Intende dire: ora dovete pensate ai mercati asiatici e africani emergenti. Ma vuol dire anche: agite con lungimiranza, prima ancora che i problemi spuntino all'orizzonte scrutabile a occhio nudo. Quest'ultimo invito è indirizzato in primo luogo al governo e al Parlamento, alle prese con la Legge finanziaria: per il Capo dello Stato non ci può limitare a fare una pura certificazione dei conti pubblici ignorando i probabili effetti del tifone dei tassi di interesse, che ora agita acque lontane ma nei prossimi mesi potrebbe far crollare i deboli argini che contengono il nostro enorme debito pubblico. Lo dice con queste parole: «Dobbiamo prepararci ad assorbire gli oneri di non improbabili rialzi dei tassi di interesse internazionali». Non è il caso, avverte, di consolarsi con i segnali di ripresa dell'economia, perché su «segnali di una ripresa che appare ancora debole, di natura sostanzialmente ciclica» non si può costruire nulla. Per renderla «sostenuta e duratura» occorrerà un governo del bilancio pubblico e dell'intera economia «vigoroso, rigoroso e protratto nel tempo: con interventi strutturali sui mercati finanziari, sui regolamenti del commercio, dei servizi, delle professioni, e continuando a curare la flessibilità nei rapporti di lavoro». Da settembre Ciampi chiede al governo e al Parlamento di utilizzare le poche decine di sedute che restano fino alla fine della legislatura per affrontare i «problemi veri» e urgenti dell'economia. Ieri ha spiegato meglio cosa intende. Probabilmente sono le stesse cose che giovedì scorso ha detto a Berlusconi al Quirinale a chiarimento del suo insistito appello. A Pesaro Ciampi è arrivato nascondendo dietro un velo di stanchezza la preoccupazione familiare per il ricovero del figlio Claudio, che mercoledì a Roma ha subito un delicato intervento per una emorragia alla testa: la notizia è uscita proprio durante il soggiorno pesarese, segnato dall'assenza al fianco del presidente della signora Franca, rimasta a Roma a seguire la convalescenza del figlio. I pesaresi hanno accolto l'illustre ospite con calore, salutandolo come «marchigiano d'elezione» in ricordo dei suoi anni trascorsi a Macerata e in lungo e largo per le Marche, per la Banca d'Italia, negli anni Cinquanta. Lo stesso Ciampi ha voluto ieri ricordarli, quegli anni, durante i quali, ha detto, potè assistere al decollo di quel singolare modello di sviluppo industriale marchigiano che egli stesso ha definito esemplare di un modo di sviluppare in una economia agricola una fitta rete di piccole e medie imprese industriali senza compromettere il patrimonio storico ambientale del territorio. Quel modello, ha detto ieri, è ancora vitale, ha un forte respiro, sta cimentandosi con l'economia globale, grazie a numerose iniziative. Fra esse, l'apertura di un ufficio della Camera di Commercio di Pesaro a Shanghai e i corsi dell'Università di Urbino che insegnano ai giovani a navigare nel mare aperto dell'economia globale.

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